Trieste, 10 dic - Lombardia, Sicilia e Veneto sono fortemente interessate ad entrare a far parte della Fondazione Italiana Fegato (FIF), creando i presupposti per la costituzione di un vero e proprio network dell'epatologia gestito dall'onlus creata nel 2008 a Trieste sulla base di un modello quasi paritario tra pubblico e privato.
Al termine dell'odierna visita alla struttura triestina, l'assessore alla Salute della Lombardia Luciano Bresciani, ed i delegati tecnici siciliani e veneti hanno confermato al referente politico settoriale del Friuli Venezia Giulia Vladimir Kosic, una volontà già anticipata in occasione della presentazione della FIF avvenuta in sede di Commissione nazionale Salute.
La Fondazione Italiana Fegato, di cui la Regione Friuli Venezia Giulia è tra i soci fondatori, è operativa a livello internazionale in una decina di Paesi (compresi Argentina, Messico, Indonesia ed Egitto) e, grazie al Centro studi ed al Centro clinico fegato collocati nel capoluogo giuliano tra AREA Science Park ed Ospedale di Cattinara, è riconosciuta quale punto di riferimento assoluto per le patologie del fegato.
Bresciani e Kosic hanno sostenuto l'utilità e la necessità di una Macroregione dello sviluppo sanitario, caratterizzata nei fatti da una costante collaborazione su tematiche di interesse comune e da una visione extraregionale che contribuisca a creare una fondamentale massa critica.
A questo proposito, nelle vesti di presidente del Comitato 2 Salute e Politiche sociali dell'ARE (Assemblea Regioni d'Europa), l'assessore del Friuli Venezia Giulia vorrebbe raccogliere una serie di proposte condivise già in funzione della prossima riunione del Presidium ARE (21 gennaio a Parigi), avviando in questo modo un percorso propositivo nei confronti della Commissione europea.
Nel frattempo, dopo la visita di Lombardia, Veneto e Sicilia, il direttore scientifico della Fondazione italiana Fegato Claudio Tiribocchi, confida di voler centrare entro i prossimi sei mesi l'importante obiettivo di allargare gli orizzonti nazionali dell'eccellenza epatologica triestina, garantendo nuovi punti di riferimento clinici, convenzioni per i borsisti e, di conseguenza, opportunità di crescita per i giovani.
Allo stato attuale, i centri della FIF valutano e curano oltre 6mila pazienti, numero che potrebbe crescere proporzionalmente nel caso altre Regioni italiane dovessero entrare a far parte della Fondazione. ARC/FC