Bruxelles, 03 dic - Fa tappa a Bruxelles la rassegna "Con le nostre radici nel nuovo millennio" , promossa congiuntamente dall'Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste e della capitale belga e dalla Regione Friuli Venezia Giulia nella sede dell'Ufficio di collegamento della stessa Amministrazione regionale.
La rassegna, dedicata all'emigrazione nel mondo degli Italiani della Venezia Giulia, con le città di Trieste e Gorizia, da Fiume, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, è stata inaugurata nella serata di ieri dal presidente e dal direttore dei Giuliani nel Mondo, Dario Locchi e Fabio Ziberna, con la partecipazione dei vertici di Bruxelles del Circolo dei Giuliani e del Fogolar Furlan, Flavio Tossi e Domenico Lenarduzzi (direttore generale onorario della Commissione europea), e dal responsabile dell'Ufficio della Regione nella capitale Ue, Giorgio Perini.
"Con le radici nel nuovo millennio", oggi visitata ed apprezzata - per i suoi contenuti, le idealità, le emozioni che condensa e trasmette - dall'assessore regionale Riccardo Riccardi, resterà aperta sino ai primi di gennaio e giunge a Bruxelles dopo essere stata allestita, dal 2004, in una trentina di grandi città di 10 Paesi, dal Nord al Sud America, dall'Australia al Sud Africa, accanto a Roma, Trieste, Gorizia, Monfalcone e Ronchi dei Legionari.
Nella capitale dell'Europa la mostra, aperta anche per ricordare i 30 anni di attività del locale sodalizio dei Giuliani (per l'occasione è stata realizzata la pubblicazione "Una pagina di storia da non dimenticare", in italiano, inglese, francese e fiammingo), illustra attraverso una quarantina di pannelli "Fatti ed antefatti" sulle cause e gli avvenimenti dei vari flussi migratori nel Novecento dalle province di Trieste e Gorizia, dall'Istria, da Fiume, dalle isole del Quarnaro e dalla Dalmazia; il "Distacco", in cui si ricordano i dolorosi momenti della partenza dalla terra natale e dall'Italia; il "Ricominciare" con il difficile inserimento nelle nuove realtà e sulle successive affermazioni nei Paesi di accoglienza; infine, "Ovunque nel mondo", in cui si richiamano la vitalità, la coesione, le attività, la presenza sociale delle Comunità giuliano-dalmate.
"Una pagina di storia ancora aperta. Che non deve essere dimenticata", viene sottolineato nell'esposizione: "per rafforzare in senso moderno e costruttivo i rapporti tra le nostre genti nel mondo e la terra d'origine. Per dare solide fondamenta alla memoria collettiva e per consegnarla alla nuove generazioni. ARC/RM