L'assessore è intervenuto a un convegno dedicato all'innovazione
nella professione infermieristica
Udine, 30 mag - "Non siamo tutti uguali: chi ha più competenze
e responsabilità deve essere riconosciuto e valorizzato. È questa
la sfida che abbiamo davanti per garantire la tenuta del sistema
sanitario pubblico, oggi messo a dura prova da una crisi
strutturale e non più rinviabile".
Così l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi è
intervenuto questa mattina al convegno "Innovazioni nella
professione infermieristica: cambiamenti e applicazioni nella
pratica organizzativa" in corso negli spazi del presidio
ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine.
Riccardi ha espresso "profonda riconoscenza" per il lavoro degli
operatori e dei dirigenti sanitari e ha sottolineato con fermezza
la necessità di "mettere mano a un sistema appesantito da
rigidità contrattuali, automatismi e logiche reistributive che
non premiano il merito né valorizzano i percorsi professionali".
Durante l'incontro, l'assessore ha ricordato che nella prossima
manovra di assestamento di bilancio la Regione "vuole destinare
risorse per favorire l'attrattività del personale, intervenendo
anche sulle condizioni abitative per chi si trasferisce in Friuli
Venezia Giulia". Inoltre, ha anticipato che saranno esaminati
percorsi per adottare misure di sostegno economico per gli
studenti dei corsi di laurea in professioni infermieristiche,
"con l'obiettivo di incentivare l'ingresso di nuove leve nel
sistema".
"Stiamo andando a investire 40 milioni di euro in un sistema
premiante unico a livello nazionale - ha rimarcato Riccardi -. Ma
se non affrontiamo il nodo della differenziazione delle
competenze, continueremo a perdere infermieri, pilastro centrale
della risposta sanitaria. Non è questione solo di soldi: è il
mancato riconoscimento del valore professionale a determinare la
fuga dal pubblico".
Infine, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una
verifica attenta delle condizioni di inabilità e del pieno
utilizzo delle risorse umane, e sulla sfida della sanità
territoriale: "In una regione da 1,2 milioni di abitanti con
molta dispersione, dobbiamo chiederci se la frammentazione non
stia frenando la riforma territoriale. È ora di mettere al centro
i bisogni delle persone, non la conservazione degli assetti del
passato".
ARC/PT/ma