(ACON) Trieste, 18 apr - "Il femminicidio di Samia Bent Rejab
Kedim, consumatosi a Udine, è l'ennesimo grido che ci chiama a
raccolta come istituzioni e come intera comunità. Ormai lo
ripetiamo in continuazione questo è un tragico epilogo di una
catena: Samia è stata uccisa da chi non accettava la fine di una
relazione. Era già stata vittima di abusi, aveva denunciato, si
stava separando. Ma le istituzioni anche in questo caso non sono
riusciti a proteggerla".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Furio Honsell
(Open Sinistra FVG), commentando l'ennesima tragica vicenda che
ha scosso profondamente la città e tutto il Friuli Venezia
Giulia.
"Questa tragedia - continua Honsell - non è un fulmine a ciel
sereno. È figlia di una cultura patriarcale e maschilista ancora
tanto radicata anche nella nostra regione. Ricordo che appena
poche settimane fa, durante la seduta pomeridiana del 26
febbraio, lo stesso Consiglio regionale, con i voti contrari
della Maggioranza di Centrodestra guidata da Fedriga e Riccardi,
ha respinto una mozione da me presentata, che conteneva misure
ancora più incisive per il contrasto alla violenza di genere.
Chiedevamo un rafforzamento dell'educazione all'affettività nelle
scuole, maggiori risorse per i Centri Antiviolenza, campagne di
sensibilizzazione più capillari e maggiori investimenti nella
formazione e per le figure chiave: operatrici e operatori, forze
dell'ordine, magistratura, professionisti della sanità e
dell'istruzione, rappresentanti istituzionali. Tutto questo ci è
stato negato".
"Quella mozione - sottolinea l'esponente di Open - conteneva
degli impegni chiari per la Giunta e dei validi strumenti per
agire. Perché le istituzioni possono e devono prevenire, non solo
e sempre piangere le vittime. La destra ha scelto invece di
minimizzare, in certi casi persino il fastidio a discutere di
questi temi, relegandoli a delle 'mozioni di sentimento', come ci
stato detto in Aula".
"A Samia dobbiamo un impegno rinnovato, senza ambiguità e senza
più alibi. Se davvero vogliamo fermare questa strage silenziosa -
conclude Honsell -, dobbiamo iniziare a cambiare cultura,
linguaggio e politiche. E smettere di far finta che bastino le
parole di cordoglio. Si può e si deve fare di più, subito"
ACON/COM/sm