(ACON) Trieste, 17 apr - Non è un mestiere da consegnare ai
libri di storia e neppure alle raccolte di favole. Nient'affatto:
lo spazzacamino è - parole di Elia Miani (Lega), primo firmatario
di una mozione che ha raccolto oggi il consenso unanime dell'Aula
- "una professione di alto contenuto tecnico, con una ricaduta
diretta sulla sicurezza delle nostre case, se pensiamo che ogni
anno in Italia si sviluppano circa 10mila incendi dovuti al
cattivo funzionamento di canne fumarie, con danni per 500 milioni
di euro".
Ne consegue che bisogna mettere chi fa questo lavoro in
condizione di operare al meglio, con un codice Ateco dedicato,
"aprendo un tavolo di concertazione con le associazioni di
categoria per normare in modo preciso la disciplina della
professione", "promuovere un percorso formativo" e "inserire lo
spazzacamino all'interno del repertorio regionale delle figure
professionali".
Obiettivi condivisi trasversalmente dalle forze politiche, a
partire dal Pd che con Andrea Carli ha chiesto subito di
sottoscrivere il testo osservando che "si tratta di una figura
molto più diffusa di quel che si pensi, specie nella nostra
regione che ha molte aree montane e diverse realtà
medio-piccole". Sulla stessa linea Rosaria Capozzi (M5S), che ha
fatto riferimento anche a un progetto europeo di valorizzazione.
Nell'aderire ai contenuti della mozione, Serena Pellegrino (Avs)
ha chiesto e ottenuto da Miani di aggiungere ulteriori premesse,
maturate al termine di un confronto con operatori del settore che
chiedevano anche di potenziare l'insegnamento pratico all'interno
dei corsi. Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha invece suggerito
di "tradurre questi buoni propositi in una norma vera e propria,
sul modello di quella approvata per gli operatori subacquei".
Condivisione anche da parte della Giunta, con l'assessore Alessia
Rosolen che ha fatto sapere di essere pronta "all'aggiornamento
del repertorio delle qualifiche".
ACON/FA-fc