Questa sera l'assessore ha incontrato i volontari delle squadre
di protezione civile e i sindaci del Friuli Venezia Giulia.
Domani sarà a Roma.
Udine, 16 apr - "Considero questa situazione inaccettabile e
ingiusta: ci vorrà una nuova norma, ci batteremo insieme affinché
l'attuale disposizione, evidentemente insufficiente, venga
modificata a livello nazionale. Non sta a noi decidere quale sia
lo strumento legislativo più adatto, ma una cosa è certa: non
abbiamo tempo e dobbiamo intervenire subito perché la procedura
giudiziaria va avanti. Intendiamo portare avanti un'azione forte
e compatta, come Regione, come assessori regionali in Italia e
sappiamo di poter contare anche sul dipartimento nazionale. Il
governatore Fedriga è in prima fila per questo risultato. Pena la
fine di un'esperienza fondamentale, irrinunciabile,
straordinaria: quella della protezione civile, non solamente in
Friuli Venezia Giulia ma in tutta l'Italia".
Sono le parole dell'assessore con delega alla Protezione civile
del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che questo
pomeriggio, nell'auditorium Comelli, nella sede di Udine della
Regione, ha incontrato i volontari delle squadre comunali di
Protezione civile e delle associazioni di Pc del Fvg, e i primi
cittadini dei Municipi del Fvg.
La riunione plenaria arriva dopo il rinvio a giudizio per
omicidio colposo del sindaco di Preone e del coordinatore della
protezione civile del paese, in relazione alla morte di un
volontario avvenuta il 29 luglio del 2023 durante un'attività di
monitoraggio del territorio a seguito di un'ondata di maltempo.
A seguito di quell'evento luttuoso, il primo cittadino e il
coordinatore erano stati indagati: avrebbero inviato la squadra
in una zona pericolosa senza un'adeguata formazione e
preparazione, con responsabilità inquadrate rispettivamente come
datore di lavoro (il sindaco) e dirigente (il coordinatore),
secondo il decreto legislativo 81 del 2008 in materia di salute e
sicurezza sul lavoro. Nel gennaio 2024, la Protezione civile
regionale si attivò immediatamente, coinvolgendo anche le altre
Regioni, per ottenere una modifica normativa, ottenuta in tempi
brevi.
"Il recente rinvio a giudizio di sindaco e coordinatore
dimostrano che la modifica della norma non è stata sufficiente -
ha osservato Riccardi -. La situazione che si è venuta a creare è
inaccettabile per il ruolo istituzionale dei sindaci, per la
generosità e la passione con cui i nostri volontari dedicano il
loro tempo, togliendolo alla famiglia, al lavoro, alla vita. La
mia considerazione non è contro la magistratura ma contro una
norma: una legge che deve essere cambiata per poter essere
considerata giusta".
Riccardi ha comunicato a volontari e ai sindaci che il
governatore della Regione Massimiliano Fedriga è stato informato
e che lo stesso è determinato nel portare avanti un'azione forte
e condivisa. "Domani sarò a Roma per incontrare il capo
dipartimento della Protezione civile Fabio Siciliano e muovere
insieme tutti i passi necessari, concordando l'azione con gli
altri assessori regionali alla Protezione civile - ha annunciato,
poi, Riccardi -. Stiamo lavorando su tutti i fronti, anche per
proporre un testo normativo concreto da consegnare al capo
dipartimento, così che Parlamento e Governo intervengano nel
minor tempo possibile, dando così la possibilità a questa
esperienza di continuare con tutte le garanzie legali
necessarie".
"Tutte le azioni sono già state attivate - ha sottolineato ancora
Riccardi -. Insieme riusciremo a vincere anche questa ennesima
battaglia, nella consapevolezza che ci stiamo muovendo nella
direzione più corretta e nella forma più compatta e unita. I
volontari hanno comunicato la loro volontà di sospendere le
attività che non siano legate alla formazione e all'educazione
didattica nelle scuole. Comprendo la loro posizione che deriva da
un profondo senso di responsabilità verso se stessi e le
comunità, e da un rispetto proprio di tutti coloro che credono in
questo sistema".
ARC/PT/pph