(ACON) Trieste, 11 apr - "L'Azienda sanitaria universitaria
Friuli Centrale ribadisce quello che anche noi stiamo sostenendo
da almeno quattro anni: ovvero che gli impianti fotovoltaici di
larghe dimensioni hanno la capacità di riscaldare le aree
circostanti e che questo effetto collaterale influenza gli
ecosistemi naturali o antropici, impattando negativamente su
fauna, flora e salute umana".
Lo rimarca in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria
Capozzi (Movimento 5 Stelle), aggiungendo anche un'ulteriore
preoccupazione: "Fa riflettere l'ipotesi che strutture di questo
genere possano essere realizzate lungo la fascia fluviale di un
fiume (nel caso dell'ultimo impianto in fase di valutazione da
insediare a Pradamano, nello specifico, si tratta del Torre)
oppure a pochi metri dalla laguna di Marano e Grado".
L'esponente pentastellata rilancia nuovamente la questione
"legata al perché siano preferibili piccoli e diffusi impianti
collocati sugli edifici, piuttosto che installazioni destinate a
occupare centinaia di ettari di terreno agricolo con altezze fino
a sei metri". Al tempo stesso, ricorda anche di aver chiesto più
volte "di contenere l'ondata che ha portato a presentare una
sessantina di istanze per impianti superiori ai 5 Mw negli ultimi
tre anni, per complessivi 1.500 ettari di suolo consumato".
"Molti di questi allestimenti - precisa Capozzi - devono essere
ancora realizzati. Eppure, solo con i pannelli sui tetti di
abitazioni, imprese ed enti locali, collocati grazie agli
incentivi statali, regionali e del Pnrr, la nostra regione ha già
superato gli obiettivi richiesti dal Governo. Non solo entro il
31 dicembre 2024 (avremmo dovuto installarne 404 Mw, mentre ne
abbiamo collocati ben 622 Mw) ma anche entro i termini del 31
dicembre 2025 (target di 573 Mw) e del 31 maggio 2026 (target di
655). A oggi, perciò, sono addirittura 658 i Mw già
complessivamente installati. Tutto questo - spiega ancora -
mettendo in funzione solamente quattro dei 30 impianti sopra i 10
Mw già autorizzati o in avanzato stato di autorizzazione che, con
i loro 1.300 Mw di potenza, da soli ci farebbero raggiungere i
target imposti al 2030".
"Nonostante ciò la Giunta regionale, dopo un mese dall'entrata in
vigore della terza legge regionale che avrebbe dovuto porre un
limite a tutto questo, ha approvato all'unanimità nel corso
dell'ultima seduta - sottolinea ancora la rappresentante del M5S
- una delibera proposta dall'assessore Scoccimarro, definendo un
impianto fotovoltaico con moduli a terra, e quindi non
agrivoltaico o tantomeno avanzato, da insediarsi ad Aquileia su
137 ettari di terreno e da 75 Mw di potenza. Un'opera secondo
tale decisione compatibile con l'ambiente e perciò valutata
favorevolmente, nonostante le considerazioni di Asufc e Arpa Fvg".
"Secondo l'Agenzia per l'ambiente, sotto la superficie dei
pannelli, le variazioni microclimatiche, in particolare di
umidità e temperatura e i diversi tempi di irraggiamento, possono
infatti incidere anche sulla fertilità del suolo. Con buona pace
- conclude Capozzi - di quello che lasceremo alle future
generazioni. Il decreto Lollobrigida che vieta questi
insediamenti sui terreni agricoli, la posizione dell'Unesco e
anche la nuova legge regionale non vengono invece nemmeno
richiamati nell'atto appena approvato".
ACON/COM/fa