L'assessore alle Finanze ha partecipato alla riunione del
Consiglio delle rappresentanze regionali (Crr) di Confindustria
Bruxelles, 10 apr - La politica di coesione va aggiornata e
rafforzata, non svuotata: le Regioni devono restare protagoniste
nella programmazione europea, senza rischi di centralizzazione o
omologazione.
Questo il concetto espresso oggi a Bruxelles dall'assessore
regionale alle Finanze, intervenuta in rappresentanza del
presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome alla riunione del Consiglio delle rappresentanze
regionali (Crr) di Confindustria. Al centro dell'incontro la
presentazione del position paper sul futuro della politica di
coesione europea, in vista della prossima programmazione
post-2027.
Nel corso del dibattito - al quale hanno preso parte, tra gli
altri, Xavier Dutrenit del Comitato europeo delle Regioni, Luca
Mattiotti (vice capo unità DG REGIO della Commissione Europea) e
Silvia Valli della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Ue
- l'assessore ha ribadito la posizione delle Regioni italiane,
ovvero che l'attuale disciplina sugli aiuti di Stato va rivista,
perché inadeguata a sostenere le dinamiche industriali
contemporanee. In un contesto globale altamente competitivo, il
rischio è di penalizzare i territori più virtuosi, bloccando
investimenti strategici e rendendo meno efficace l'intervento
pubblico.
La rappresentante delegata della Conferenza delle Regioni ha
inoltre sottolineato come l'esperienza italiana del Piano
nazionale di ripresa e resilienza non possa essere assunta a
modello per la politica di coesione. La governance centralizzata
del Piano, infatti, ha dimostrato limiti evidenti, con ritardi,
inefficienze e un disallineamento rispetto ai fabbisogni
territoriali. In Friuli Venezia Giulia, grazie alla cabina di
regia regionale, la Regione è riuscita ad accompagnare i
beneficiari, snellire le procedure e anticipare le risorse.
Questo è il vero esercizio del principio di sussidiarietà.
L'assessore ha quindi ammonito rispetto a una deriva emergenziale
nell'uso delle risorse, in quanto i fondi strutturali non devono
essere distorti per rispondere alle crisi. Pandemia, guerra e
crisi energetica richiedono strumenti dedicati. Svuotare la
coesione dei suoi obiettivi significherebbe privare i territori
di un pilastro strategico per la loro crescita.
Infine, è stata riaffermata la necessità di un'azione condivisa e
multilivello, in quanto aprire le politiche di coesione alla
grande impresa può rappresentare un'opportunità, ma sono
necessari trasparenza, coerenza e coinvolgimento dei territori.
Ogni area ha bisogni, vocazioni e traiettorie diverse: la
risposta non può che essere differenziata e costruita con le
Regioni.
ARC/GG/pph