L'assessore è intervenuto alla presentazione di un volume
dedicato alla partecipazione come fondamento per il benessere e
la coesione sociale
Gorizia, 8 apr - Non si può pensare alla sanità pubblica come a
una mera questione tecnico-organizzativa: oggi c'è la necessità
urgente di ricostruire un vero e proprio patto di cittadinanza
attorno alla salute. Questo deve però poggiare su verità e
sostenibilità, attraverso un'alleanza responsabile e informata,
condivisa con le istituzioni ma senza narrazioni.
È, in sintesi, il concetto espresso dall'assessore alla Salute
del Friuli Venezia Giulia che quest'oggi, a Gorizia, negli spazi
del teatro Kulturni Dom, è intervenuto alla presentazione del
volume "Partecipazione, fondamento per il benessere e la coesione
sociale", a cura di Carlo Sangalli e Marco Trabucchi (il Mulino,
2024), per l'organizzazione dell'associazione "50&Più" Fvg,
Fondazione Leonardo e Fondazione "50&Più".
Nell'esprimere un sentito ringraziamento nei confronti di coloro
che, con spirito di servizio e visione strategica, garantiscono
ogni giorno il funzionamento del sistema sanitario in un contesto
tra i più complicati degli ultimi decenni, l'esponente
dell'Esecutivo ha fatto riferimento a vari fattori critici: un
profondo mutamento demografico, l'impatto delle trasformazioni
culturali e comunicative, la progressiva distanza tra le
aspettative dei cittadini e la capacità del sistema di rispondere
in modo tempestivo e uniforme. In particolare, ha segnalato la
necessità, e insieme alla difficoltà del momento storico, di
assumere decisioni che possono apparire impopolari nel breve
periodo, ma che sono necessarie. Una sfida importante, in un
tempo in cui il consenso si misura spesso nell'arco di poche ore
sui social network.
Secondo l'esponente della Giunta, la struttura attuale della
sanità è ancora fortemente ancorata a modelli nati in un'altra
epoca, quando le esigenze erano diverse. Oggi, ha osservato nel
suo intervento, la priorità si è spostata dalla prevalente
gestione dell'acuzie alla presa in carico delle fragilità, alla
cronicità, alla domiciliarità, alla prevenzione e alla
riabilitazione. In questo scenario c'è l'assoluta necessità di
superare la storica separazione tra sanità e sociale, che rischia
di produrre risposte frammentarie e disorganiche. La vera sfida,
ha aggiunto, è quella dell'integrazione: di saper progettare
insieme percorsi nuovi, che valorizzino le reti territoriali e
l'autonomia delle persone.
Grande attenzione è stata riservata al tema della partecipazione,
ritenuto elemento cardine per ogni riforma che voglia essere
sostenibile e radicata nel tempo. L'assessore regionale ha
affermato con forza che non esiste alcuna riforma possibile senza
il coinvolgimento consapevole della cittadinanza. Ha parlato
della necessità di costruire una prospettiva condivisa sulla
sanità pubblica, che consenta ai cittadini di sentirsi parte di
un progetto comune e non semplici destinatari di servizi.
Concludendo il suo intervento, l'esponente dell'Esecutivo ha
definito preziose le occasioni di confronto pubblico come quella
odierna, giudicandole strumenti indispensabili per aprire spazi
di dialogo, favorire la costruzione di alleanze tra istituzioni e
società civile e promuovere quella svolta culturale che, a suo
avviso, rappresenta la condizione necessaria per dare futuro alla
sanità pubblica. Ha invitato tutti a compiere un salto di
qualità: uscire dalle logiche emergenziali, recuperare una
visione di lungo periodo e riscoprire il senso profondo di un
bene comune che riguarda tutti e ciascuno.
ARC/PT/ma