Lavoro: governare i fenomeni migratori investendo su capitale umano

Se ne è parlato a Pordenone al 14. Congresso della Fim Cisl Pordenone, 7 apr - Una gestione attiva e non subita dei flussi migratori, percorsi di formazione integrati con la programmazione industriale e le esigenze delle imprese, politiche innovative di welfare e patti territoriali in grado di mettere a disposizione risorse e servizi per contrastare la perdita di potere d'acquisto. Sono questi, per la Regione, i quattro pilastri su cui costruire politiche efficaci per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia, illustrati oggi dall'assessore al Lavoro a Pordenone nel corso 14. Congresso regionale della FIM CISL sul tema "Giovani, mercato del lavoro e immigrazione: emergenze e opportunità, quali soluzioni?". L'esponente dell'esecutivo, nel suo intervento, ha evidenziato come, troppo spesso, la questione migratoria sia diventata bandiera ideologica, senza trovare risposte concrete nelle politiche nazionali e locali. Per la Regione chi desidera integrarsi, formarsi e contribuire al sistema economico, oggi trova quegli strumenti per farlo e che invece in passato sono mancati, a partire dai percorsi di acquisizione di competenze che poi facilitano l'inserimento professionale. In questo modo diventa possibile governare e non subire il fenomeno. L'obiettivo è quello di mettere in campo una politica industriale che non si basi sul dumping sociale o salariale, ma sulla valorizzazione del capitale umano, per evitare di importare numeri ed esportare competenze. A tal proposito, è stato ricordato come il Friuli Venezia Giulia abbia perso quasi 8mila laureati in dieci anni, con un tasso pari al 17 per cento annuo, valore nettamente inferiore rispetto alla media italiana (27%) e anche a quella europea (19%). Questo "esodo" non è dettato solo da una questione retributiva, ma anche per l'assenza di percorsi di carriera meritocratici e per l'instabilità contrattuale diffusa. In questo quadro, l'Amministrazione regionale intende rafforzare le politiche attive del lavoro, in particolare investendo nella formazione tecnica e professionale, anche attraverso il potenziamento degli ITS e delle filiere duali scuola-impresa. La formazione, è emerso dall'intervento dell'assessore, è diventata un asse portante delle politiche occupazionali, anche nei momenti di riconversione aziendale. Altro aspetto analizzato è stato quello che ha a che fare con la necessità di sintesi tra politiche del lavoro e quelle di welfare realmente efficaci. Il benessere, è stato ricordato, non è solo una questione di occupazione, ma anche di accesso ai servizi e di condizioni che permettano alle persone, in particolare ai giovani e alle donne, di scegliere un lavoro e un percorso di vita dignitosi. Il welfare deve diventare la risposta concreta alle esigenze espresse da tutte le fasce d'età; solo in questo modo la Regione potrà attrarre competenze e trattenere talenti. L'assessore ha infine ribadito che il cambiamento richiede il concorso di tutti: politica, sindacati, imprese e singoli imprenditori. I piani industriali del futuro si basano infatti sulla programmazione del capitale umano: le competenze non si trovano infatti dall'oggi al domani, ma vanno formate, attratte e valorizzate. ARC/AL/gg