(ACON) Trieste, 28 mar - "La frase di Leonardo Sciascia 'a un
certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma il
morire è l'ultima speranz' fu spesso citata da Beppino Englaro ed
è tragicamente ancora attuale per la cittadina Martina Oppelli".
Lo afferma in una nota Furio Honsell, esponente in Consiglio
regionale di Open Sinistra Fvg in merito al no del Tribunale di
Trieste al suicidio assistito per Martina Oppelli, donna
triestina malata di sclerosi multipla.
"Sono trascorsi molti anni - evidenzia Honsell - da quando la
Corte Costituzionale invitò il Parlamento a legiferare
sull'eutanasia. Parlamenti ignavi e crudeli non lo hanno però
ancora fatto. È una vergogna inaccettabile. Di fronte alla
richiesta di Martina Oppelli affetta da malattia progressivamente
gravemente invalidante e umiliante, opporre sofismi legali come
quelli della commissione di medici e del Tribunale di Trieste che
oggi le hanno negato il diritto di una morte dignitosa
obbligandola a ulteriori sofferenze, non può che dirsi una
mancanza di rispetto per la persona e un'inaccettabile crudeltà".
"Questa vicenda dimostra la necessità di una più matura
riflessione bioetica in politica, in giurisprudenza e in
medicina. Come Open Sinistra Fvg - conclude il consigliere
regionale - continueremo ad impegnarci traendo ispirazione e
forza dalle azioni che associazioni come la Luca Coscioni e la
Consulta nazionale di Bioetica promuovono coraggiosamente da
anni".
ACON/COM/sm