LINGUAGGIO GENERE. PELLEGRINO (AVS): CENTRODESTRA PERDE UN'OCCASIONE

(ACON) Trieste, 18 mar - "È quasi commovente l'estremo tentativo che la maggioranza consiliare sta facendo per conservare nel linguaggio la predominanza del genere maschile: ormai consigliere e consiglieri della Destra sono costretti ad arrampicarsi sugli specchi per resistere a non riconoscere che l'evoluzione del linguaggio via via sempre di più riconosce alle parole l'esistenza del genere femminile. La parità sostanziale preme come un flusso inarrestabile. Fino a una manciata di decenni fa le donne vivevano essenzialmente nella sfera del privato, e il problema del linguaggio di genere non si poneva in una società globalmente maschile, poi, nel tempo, parallelamente alle istanze di uguaglianza e alle rivendicazioni di genere, si è manifestata l'esigenza di riconoscere anche nel linguaggio le professioni e i ruoli femminili rilevanti in tutti i settori della collettività. Anche se oggi è stata respinta la mozione per introdurre regolarmente il linguaggio di genere nelle istituzioni regionali, riusciremo sicuramente a introdurlo nelle sedi legislative e amministrative più chiuse e retrive". Questa in una nota la dichiarazione della consigliera regionale Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, al termine della discussione odierna sulla mozione 92, presentata con il sostegno dell'Opposizione consiliare. Precisa la consigliera: "Il problema è che non votare una mozione assolutamente equilibrata, diretta a evitare la sovraesposizione del genere maschile, usando nell'amministrazione regionale il termine persona ogni qualvolta possibile e il femminile e maschile come alternativa, significa temere il cambiamento sociale e culturale verso la piena parità dei sessi e l'uguaglianza sostanziale di uomini e donne". "Una resistenza - aggiunge la consigliera di Avs - che assume contenuti gravissimi quando ad esempio si traduce nel fatto che la legge elettorale del Fvg non prevede la doppia preferenza di genere, sfavorendo la partecipazione politica delle donne, e per la quale si attende dalla magistratura ordinaria una pronuncia sulla evidenziata illegittimità di questa mancanza". Conclude Pellegrino: "La mozione oggi respinta dalla Maggioranza è un'importante occasione persa di far evolvere i contenuti politici di questa Amministrazione, per allargarne i ristretti orizzonti sulle questioni dell'uguaglianza di genere e per segnare una svolta culturale nella pratica delle relazioni dei cittadini con le istituzioni di riferimento nella vita quotidiana". ACON/COM/fa