VELO. BULLIAN (PATTO-CIVICA): FORZATURA POLITICA E NORMA INSUFFICIENTE

(ACON) Trieste, 18 mar - "La Maggioranza ha imposto una forzatura politica nella discussione sul progetto di legge nazionale relativo al divieto di copertura del volto, con iter a ritmi serrati, tempi contingentati, assenza di audizioni e di un vero approfondimento". Lo afferma in una nota Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, che è intervenuto anche in aula a nome del gruppo consiliare formato anche da Massimo Moretuzzo, Marco Putto, Giulia Massolino e Simona Liguori. "Non c'è nessuna altra motivazione di urgenza per imporre nel Consiglio Regionale Fvg la discussione su un progetto di legge che è e resta nazionale, in un Parlamento che - fra l'altro - sulla questione dibatte da decenni e dove attualmente giacciono altri 3 progetti di legge simili: questa ulteriore proposta verrà semplicemente trasmessa a Roma, a cui rimane la competenza esclusiva di legiferare in merito". "Nel merito, consideriamo la proposta di legge insufficiente: possiamo normare dei divieti solo se esiste un parallelo piano nazionale di mediazione culturale, pedagogia, educazione, che riconosca spazi di socialità e preghiera alle varie comunità, in un percorso di crescita e di rispetto reciproco. A questo punto, è anche stata svilita la proposta di Forza Italia che prevede un tavolo permanente con le comunità islamiche regionali, mai istituito, ma che avrebbe potuto supportare il confronto sul tema", aggiunge il consigliere del Patto-Civica. "Esisteva già una mozione del 2019 approvata dal Consiglio regionale Fvg a larghissima maggioranza, che dedicava 3 pagine a come regolamentare l'accesso a volto scoperto negli spazi riferibili alla Regione, sulla scorta di quanto fatto dalla Regione Lombardia attraverso una delibera del 2015. Peccato che l'Amministrazione regionale del Fvg sia inadempiente rispetto a quegli impegni e non abbia regolamentato nulla. Ma la propaganda è servita e prosegue", sottolinea ancora Bullian. "La Lega, a partire dal suo capogruppo Calligaris, ha ridotto una problematica vera a una farsa, facendo decadere ulteriormente la credibilità delle istituzioni democratiche e laiche. Così si amplifica la contrapposizione e non si risolvono le questioni: la verità è che a Calligaris & co. non interessa nulla dell'emancipazione delle donne musulmane, con le quali non c'è mai stato un confronto diretto". "Per questo, pur avendo lungamente contribuito al dibattito esprimendo le nostre posizioni, abbiamo preferito uscire dall'Aula, assieme a molti altri colleghi di opposizione, lasciando la maggioranza di destra a votarsi da sola il suo provvedimento ridotto a spot elettorale", concludono gli esponenti del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg. ACON/COM/fa