(ACON) Trieste, 18 mar - "Evidentemente, lo schiaffo sonoro
preso recentemente sul tema dell'autonomia differenziata scotta
moltissima alla Lega. Al punto che i suoi rappresentanti
ripartono subito con un altro cavallo di battaglia: la battaglia
anti islamica. Sulla proposta di legge nazionale, arrivata oggi
in discussione al cospetto dell'Aula, la nostra Regione non ha
neppure competenza e, perciò, si tratta semplicemente di un
documento ideologico, utile solo per interessare ulteriormente il
Parlamento a intervenire, nonostante esista già una proposta
nazionale tematica targata Carroccio".
Lo sottolinea, attraverso una nota stampa, la consigliera
regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), riprendendo i
contenuti già espressi questa mattina nell'emiciclo di piazza
Oberdan a Trieste nel corso dei lavori dell'Assemblea legislativa
dedicati alla pln "Norme urgenti per l'ordine pubblico, la
sicurezza e la tutela dei diritti delle donne e dei minori".
"Benché avvenga senza urgenza, questo è vero, troviamo comunque
discutibili - prosegue Capozzi che, come già fatto in
Commissione, ha deciso di non prendere parte al voto conclusivo -
i tempi e i modi della valutazione della norma, giacché non c'è
stato il tempo per procedere alle necessarie e auspicabili
audizioni, come sempre avviene nel caso delle pdl e come io
stessa avevo chiesto durante una seduta dei capigruppo. Tutto ciò
perché la Lega ritiene di non aver bisogno di confronto e
approfondimento".
"La sostanza dei fatti è che si interviene ideologicamente a
gamba tesa - precisa la pentastellata - su una questione
complicata che investe aspetti giuridici e religiosi. La Lega in
questo caso inasprisce il testo della legge del 1975, eliminando
il giustificato motivo e limitandosi a intervenire in maniera
punitiva su una questione che non si può affrontare solo con il
divieto, ma che andrebbe altresì accompagnata e affrontata
insieme ai mediatori culturali".
"In una società multiculturale come la nostra, promuovere un
dibattito oggettivo su questa pratica - rimarca ancora Capozzi -
appare di importanza fondamentale, sia per tutelare i diritti
delle donne musulmane che per promuovere una maggiore uguaglianza
tra i sessi. Sempre di più, tuttavia, alcune forze politiche,
associano il velo all'integralismo islamico, dipingendo le donne
musulmane come oppresse e prive di qualunque volontà individuale,
ignorando così i molteplici significati del velo islamico e
compromettendo ulteriormente i diritti delle donne. Le leggi che
limitano l'uso del velo islamico, presenti in molti Paesi europei
con l'obiettivo di emancipare le donne musulmane, hanno avuto
proprio l'effetto inverso di minare i loro diritti".
"Limitare l'uso del velo, infatti, ha come unica conseguenza -
specifica l'esponente del Movimento 5 stelle - quello di minare
ulteriormente la partecipazione delle donne alla sfera pubblica.
Inoltre, questa narrativa impedisce ai Paesi europei di
focalizzarsi sulle reali forme di disuguaglianza di genere
presenti all'interno delle loro stesse società. L'integrazione
dovrebbe essere l'obiettivo principale, ma non possiamo
pretendere di ottenerlo con la forza. Si può e si deve perseguire
l'obiettivo, non vietando, ma lavorando per l'integrazione
culturale".
"Questa pnl leghista utilizza strumentalmente la sicurezza solo
per portare avanti una polemica anti-islamica", conclude la nota.
ACON/COM/mv