Voto contrario di Open e Avs. Proposta di legge inviata al
Parlamento
(ACON) Trieste, 18 mar - Via libera alla norma che modifica la
legge Reale sulla sicurezza con l'intento di eliminare quel
riferimento al "giustificato motivo" che - parole del primo
firmatario, il capogruppo della Lega Antonio Calligaris -
"consente di fatto l'uso di burqa e niqab grazie a una sentenza
interpretativa del Consiglio di Stato".
Nessuna sorpresa politica in Aula: il Centrodestra fa valere i
suoi numeri mentre Pd, Patto per l'Autonomia-Civica Fvg e M5S
confermano la scelta di uscire dall'emiciclo, come già avvenuto
in Commissione. A tentare di correggere la norma resta la sola
relatrice di minoranza, Serena Pellegrino di Avs, che si vede
bocciare i suoi quattro emendamenti. Scontato il suo voto finale
negativo, così come quello di Furio Honsell di Open Sinistra Fvg.
Ad animare la discussione generale è stata soprattutto la
reazione del Centrodestra a uno dei concetti espressi da
Pellegrino nella sua relazione. "Marco la maggior distanza
possibile di Fratelli d'Italia da alcune frasi che ho sentito -
ha esclamato il capogruppo Claudio Giacomelli -: la polizia che
svolge servizio di ordine pubblico viene accostata a ultrà e baby
gang
E prendo le distanze anche da chi da una parte dice di
voler tutelare l'identità musulmana e i simboli di appartenenza
religiosa, dall'altra ogni due giorni insiste sulla laicità dello
Stato, pronto a scandalizzarsi per la presenza di un crocifisso o
di un presepe". Parole riprese successivamente dall'assessore
Pierpaolo Roberti e dal capogruppo di Fedriga presidente, Mauro
Di Bert: "Provo disagio rispetto alle affermazioni di Pellegrino.
E ribadisco che libertà e sicurezza sono due facce della stessa
medaglia".
Sulla stessa falsariga l'intervento di Roberto Novelli: "Uno
Stato laico non dovrebbe mai dimenticare radici, storia e
cultura: anche per il crocifisso appeso in quest'Aula al tempo si
fece una battaglia ideologica". "Sono il primo a dire che bisogna
dialogare - ha aggiunto il consigliere di Forza Italia - ma le
comunità islamiche devono esprimersi chiaramente contro gli atti
terroristici giustificati con la religione, dire ai loro fedeli
che non è giusto obbligare le donne a portare il velo e a
contrarre matrimoni combinati". A difendere le ragioni della
Maggioranza anche la consigliera leghista Maddalena Spagnolo: "Il
fatto che ci siano altre proposte a livello nazionale su questi
temi non toglie valore a questa pln, ma anzi rende prezioso il
suo apporto per rispondere a situazioni inaccettabili".
Il governatore Massimiliano Fedriga ha dato un ulteriore avallo
alla proposta di legge sottolineando che "questa norma va verso
l'integrazione. Perché l'integrazione si ha quando ci sono regole
e le regole vengono fatte rispettare, mentre non è integrazione
accettare qualsiasi cosa con un finto perbenismo, per sembrare
tolleranti e inclusivi".
Sull'altro fronte il Partito democratico. Che anche oggi in Aula
ha voluto ribadire la sua posizione: da una parte il maggior
gruppo di Opposizione è "contrario agli oggetti che ostacolano il
riconoscimento della persona, tanto è vero che nel 2019 votammo a
favore di una specifica mozione di Calligaris su questo aspetto",
dall'altro considera questa proposta di legge "chiaramente
strumentale". Con la convinzione, espressa da Laura Fasiolo, "che
a una questione complessa non vadano contrapposte reazioni
fondamentaliste, ma risposte facilitatrici e dialoganti". Tutti
motivi che hanno indotto i dem a lasciare l'Aula prima della
discussione dell'articolato, per non partecipare alle votazioni.
Una posizione condivisa dal Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, che
ha affidato a Enrico Bullian il compito di spiegarne i motivi:
"Nella nostra società libera e democratica si vive a volto
scoperto non per motivi securitari, ma per esprimere pienamente
la propria personalità e la propria espressività. Dunque questa
battaglia è anche nostra, ma deve esserci un percorso di crescita
e di rispetto reciproco. A voi - ha detto il consigliere di
Opposizione, rivolgendosi ai banchi del Centrodestra - basta che
le donne non siano visibili agli occhi, noi invece vorremmo
costruire per loro nuovi diritti".
Non ha partecipato al voto neppure Rosaria Capozzi (M5S),
convinta che "una questione così complicata avesse bisogno di un
maggior coinvolgimento. Questa pln non serve, esiste già una
legge nazionale che vieta l'uso di mezzi per coprire il volto. E
in Francia la legge anti-velo non ha ridotto il fenomeno, ma solo
marginalizzato ulteriormente le donne musulmane".
Honsell è invece rimasto in Aula e ha votato contro la pln: "Si
tratta - ha detto a più riprese - di un problema culturale che
andrebbe risolto con i mediatori culturali, dando alle ragazze
islamiche la possibilità di andare a scuola e confrontarsi con le
coetanee. Questa è una norma sbagliata perché manca di rispetto a
quelle donne che il Centrodestra dice di voler tutelare".
ACON/FA-fc