SALUTE. CELOTTI (PD): SU PS SAN DANIELE SERVE CHIAREZZA E VERITÀ

(ACON) Trieste, 17 mar - "I lavori in partenza al pronto soccorso di San Daniele, anche se in ritardo di dieci anni, sono certamente utili, ma fra il miglioramento degli spazi e il potenziamento di prestazioni e servizi c'è una grande differenza, soprattutto se si decide, come è avvenuto, di appaltare al privato parte dello stesso pronto soccorso. E infatti dopo aver espresso grande entusiasmo per i lavori in partenza, il sindaco e l'assessore hanno dimenticato di parlare della questione cruciale: la privatizzazione di una parte del pronto soccorso di San Daniele, che mette a segno un altro colpo al sistema pubblico". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) commentando il sopralluogo dell'assessore regionale Riccardo Riccardi e del sindaco di San Daniele, Pietro Valent al pronto soccorso del presidio ospedaliero Sant'Antonio di San Daniele. "Nelle loro affermazioni, sindaco e assessore parlano di servizi più efficaci, migliori risposte, peccato che la privatizzazione che avanza stia generando preoccupazione nei sindaci della zona, che proprio domani si riuniranno nella Conferenza dei sindaci dell'Azienda sanitaria per ridiscutere il Piano attuativo aziendale e le privatizzazioni", ricorda Celotti. "Lo spazio è un elemento importante, certo, ma quello che è necessario, all'interno dei muri, è un servizio pubblico che funzioni. Quindi si abbia la chiarezza di dire che si tratta di interventi edilizi, non di un potenziamento dei servizi. Inoltre - continua la dem - non c'è molto di cui vantarsi visto che i primi ragionamenti per la ristrutturazione del pronto soccorso di San Daniele, con i primi fondi stanziati, risalgono al 2014/2015, ben dieci anni fa, con i primi progetti consegnati nel 2018". "Infine, nel 2020, l'Assemblea dei sindaci della Collinare attraverso un odg votato all'unanimità chiedeva di essere informata sulle tempistiche degli interventi di ristrutturazione del pronto soccorso di San Daniele: prendiamo atto che sono passati altri cinque anni, meglio tardi che mai", conclude la nota. ACON/COM/mv