(ACON) Trieste, 13 mar - "Il report diffuso da Legambiente
fotografa una situazione drammatica per le nostre montagne: la
neve naturale diminuisce, i costi economici e ambientali
dell'innevamento artificiale aumentano. Bisogna prendere atto che
il turismo invernale tradizionale è insostenibile sia per
l'ambiente che per le comunità locali".
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Patto per
l'Autonomia - Civica Fvg, Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino,
in merito al report Nevediversa.
"Il report dell'Arpa Fvg sullo scorso mese di gennaio -
evidenziano i due esponenti regionali - ha certificato un aumento
medio delle temperature di oltre 2 gradi rispetto all'ultimo
decennio e uno spessore dello strato nevoso al suolo più basso
rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni su tutto l'arco
alpino regionale, con realtà come Forni di Sopra dove non è
nevicato. A fronte di queste evidenze scientifiche la Giunta
regionale del Friuli Venezia Giulia continua a spendere
allegramente decine di milioni di euro finanziando forme di
turismo ormai anacronistiche".
"Ne è esempio il parziale recupero - proseguono i consiglieri
autonomisti -, con conseguente investimento per la pista slalom
di Chiusaforte, citata nel report tra gli esempi italiani di
"accanimento terapeutico. Da anni denunciamo questa situazione e
l'urgenza di cambiare decisamente direzione. Per ora da parte del
Centrodestra abbiamo visto solo la propaganda e le dichiarazioni
di intenti della legge regionale Fvgreen, che, a due anni dalla
sua approvazione, è rimasta sulla carta".
"La dipendenza crescente dall'innevamento artificiale è un
segnale d'allarme che non può più essere ignorato: la Regione ha
già speso oltre 5 milioni di euro per garantire la neve sulle
piste, per i 122.761 mq di bacini artificiali stimati per il Fvg,
senza un piano concreto per la riconversione sostenibile delle
aree montane. Le parole di Legambiente - evidenziano Massolino e
Moretuzzo - trovano conferma nei numeri: sempre più impianti
dismessi, costi in aumento per cittadinanza e imprese locali e
una montagna che sta cambiando sotto i nostri occhi. Tutto questo
impone che la Giunta regionale smetta di perdere
tempo ed elabori un piano strutturato per sostenere la
transizione ecologica delle località montane, incentivando forme
di turismo dolce e responsabile, come quelle già avviate con
successo in altre regioni alpine".
Secondo i due esponenti di Opposizione "serve una governance
partecipata, che coinvolga le comunità locali, gli operatori
turistici e le realtà del territorio per ripensare il futuro
della montagna friulana. Non possiamo più permetterci di sprecare
risorse in soluzioni tampone che non fanno altro che rimandare un
problema strutturale".
"Se la Regione continuerà a ignorare la necessità di un cambio di
rotta, saranno le future generazioni a pagarne il prezzo più
alto. È tempo di scelte coraggiose e lungimiranti. Il Friuli
Venezia Giulia - concludono - non può restare indietro".
ACON/COM/sm