FAMIGLIA. BULLIAN-MORETUZZO (PAT-CIV): VIA ALTRA NORMA BANDIERA DI CDX

(ACON) Trieste, 12 mar - "Le 'norme bandiera' della maggioranza regionale di Centrodestra non godono di buona salute". Lo affermano in una nota Enrico Bullian e Massimo Moretuzzo, consiglieri regionali del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg. "Dopo la clamorosa marcia indietro di ottobre 2024, da noi sempre caldeggiata - evidenziano Bullian e Moretuzzo -, che ha visto portare da cinque a due gli anni di residenza sul territorio regionale richiesti agli assegnatari degli alloggi di edilizia sovvenzionata, ora un provvedimento simile avviene anche nel campo sociale. Infatti vengono giustamente tolte le maggiorazioni di benefici che venivano previste per le misure della Carta Famiglia e della Dote Famiglia". "In questo caso - spiegano ancora i due consiglieri - non si parlava di esclusioni come per l'edilizia sovvenzionata, ma era comunque ravvisabile una discriminazione al ribasso (un importo inferiore della agevolazione) per chi aveva una residenza di tempo inferiore ai 5 anni. Confidiamo che dopo l'approvazione preliminare nella Giunta regionale del 21 febbraio 2025 e il successivo recente passaggio favorevole al Cal, ora la Giunta regionale proceda con l'approvazione definitiva. Su questo siamo d'accordo, ma rileviamo che le originarie 'norme bandiera' hanno creato delle ingiustizie evitabili fra i cittadini residenti in Regione e degli appesantimenti negli iter legislativi che hanno fatto mal utilizzare tempo e risorse. Il tutto per una sbagliata e sbandierata impostazione ideologica, di cui alla lunga non resterà molto se non la propaganda e, in alcuni casi, delle sentenze che hanno visto soccombenti le Regioni di destra che hanno proceduto in quelle direzioni". "Il requisito della residenza prolungata in regione non presenta alcuna ragionevole correlazione con il soddisfacimento dell'esigenza abitativa o di assistenza sociale di chi si trova in una situazione di bisogno. Anzi, tale criterio contrasta con la circostanza per cui proprio chi versa in stato di bisogno si vede più di frequente costretto a trasferirsi da un luogo all'altro spinto dalla ricerca di opportunità di lavoro. Il disastroso bilancio demografico e le richieste di manodopera dal mondo produttivo, spesso accompagnate da una sempre maggiore disponibilità allo spostamento - concludono Bullian e Moretuzzo - rendono oltre che ingiusto e incostituzionale, davvero inutile e persino dannoso il precedente approccio che auspichiamo sia definitivamente superato". ACON/COM/rcm