(ACON) Trieste, 11 mar - "L'esternalizzazione del Pronto
soccorso di Latisana è una decisione che colpisce. Colpisce,
perché questa aministrazione regionale riesce a mettere tutti
contro tutti, compresi i primi cittadini dello stesso colore
politico della Giunta. Ma anche perché appare piuttosto
controverso il fatto che un'urgenza, capace di compromettere il
funzionamento dello stesso Pronto soccorso, non compaia nel piano
attuativo sottoposto all'attenzione della Conferenza dei sindaci,
per poi comparire invece nel documento successivo, provocando la
giustificata ira degli stessi".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi
(Movimento 5 Stelle), annunciando al tempo stesso la decisione di
depositare un'interrogazione tematica "per comprendere chi abbia
richiesto l'esternalizzazione della preziosa struttura sanitaria
e come mai non fosse presente nel piano sottoposto ai sindaci".
"Per altro - rimarca la Capozzi - una privatizzazione di certo
non nuova, poiché già nella primavera del 2023, archiviate le
elezioni regionali, l'Azienda sanitaria Asufc aveva iniziato
l'esternalizzazione dei servizi medici del Pronto soccorso
latisanese. E ora si prosegue imperterriti su questa rotta,
mentre si vuole affidare ai privati anche i servizi
infermieristici e di supporto alle attività del Pronto soccorso,
così come i servizi medici della sala gessi e dell'ambulatorio di
radiologia per le prestazioni di diagnostica d'urgenza".
"È la resa del Pubblico - evidenzia la pentastellata - che in
questi anni, ben conoscendo le problematiche relative ai
pensionamenti e alle dimissioni di massa, non ha saputo apportare
i giusti correttivi per evitare che le aziende private
risultassero più attrattive per il personale. Si continua
testardamente a non investire nella valorizzazione degli
operatori, favorendo una fuga che danneggia il servizio pubblico,
costringendo i cittadini persino a rinunciare alle cure".
"La gestione della sanità regionale continua quindi a essere
fallimentare. A dirlo sono i fatti, tangibili e concreti: reparti
in affanno per carenza di personale, esternalizzazioni e liste
d'attesa interminabili. Tutto ciò nonostante stanziamenti sempre
maggiori, che superano abbondantemente il 50% delle risorse
disponibili nelle manovre di bilancio. Chiaro sintomo - conclude
l'esponente di opposizione - della presenza di una dannosa
inadeguatezza organizzativa. Quello che fa specie è il silenzio
politico di chi in Consiglio regionale dovrebbe, altresì,
rappresentare il territorio in cui è stato eletto".
ACON/COM/rcm