CONSORZI BONIFICA/1. AUDIZIONI IV COMM: CBPF, UN PICCOLO MOSE A GRADO

(ACON) Trieste, 6 mar - "Se volete sapere cosa fanno i consorzi di bonifica, non chiedetelo a noi ma ai soggetti che a noi si rivolgono, e volontariamente, ovvero Comuni ed enti territoriali, contribuenti, associazioni, direzioni regionali. E se lo fanno, significa che credono nelle nostre capacità e organizzazione". Parole di Armando Di Nardo, direttore generale del Consorzio di bonifica Pianura friulana (Cbpf), che lo ha spiegato con i colleghi del Consorzio di bonifica Pianura Cellina Meduna (Cbpcm) e del Consorzio di bonifica della Venezia Giulia (Cbvg) alla II Commissione consiliare presieduta da Markus Maurmair (FdI), riunita per conoscere strutture, stato delle opere, risorse a disposizione e previsioni dei consorzi, dietro richiesta di Francesco Martines (Pd) per il lato ambiente e di Massimiliano Pozzo (Pd) per quello agricolo. Presenti all'audizione anche alcuni componenti della IV Commissione di Alberto Budai (Lega) e l'assessore Stefano Zannier, che ha spiegato come la Regione abbia dato priorità a quegli interventi che, diversamente, avrebbero perso i finanziamenti del Pnrr e del Fondo di coesione dell'Unione europea. Di Nardo e gli altri 10 intervenuti hanno spiegato storia (nasce l'1 ottobre 2015 dall'accorpamento dei consorzi Bassa friulana e Ledra-Tagliamento), estensione (200.027 ettari che si estendono dalla pedemontana alla laguna di Grado e Marano per un totale di 84 Comuni, 82 nell'Udinese e 2 nel Goriziano), organigramma (4 dirigenti, 58 impiegati, 55 operai fissi e 23 avventizi), ma soprattutto scopi del Cbpf. Quanto a questi ultimi, si tratta di contenimento dei costi fissi derivanti da attività di carattere comune; ottimizzazione della gestione delle risorse umane e strumentali; aumento della capacità contrattuale nel campo degli approvvigionamenti e degli acquisti; miglioramento della gestione delle risorse finanziarie; dimensionamento adeguato per poter affrontare gli investimenti del Piano irriguo regionale e del Piano per l'assetto idrogeologico; integrazione delle realtà impiantistiche; gestione integrata e unitaria delle attività su un bacino più ampio e razionale a scala idrografica. A ciò si sono aggiunte nuove competenze prima in capo alla Regione: gestione unica dei corsi d'acqua; manutenzione delle strade interpoderali e vicinali; sfalcio lungo le strade; dragaggi; servizi di piena; utilizzo dell'acqua a scopi irrigui, con numerosi progetti di trasformazione dall'irrigazione a scorrimento (38% della superficie al 2025) a quella a pressione (62%) finalizzati al risparmio, per un totale di 3.080 ettari interessati e 24.572.319 euro investiti. Il riepilogo dei 36 progetti finanziati al Cbpf dal 2022 al 2024 vede risorse ricevute, tra regionali e statali, per 280.620.591 euro. "Senza le opere di bonifica gestite dai consorzi (arginature a mare e a fiume, rete artificiale di scolo, impianti idrovori), una marea di 2 metri e mezzo potrebbe potenzialmente provocare danni su una superficie di più di 300 chilometri quadrati", hanno reso noto i rappresentanti del Cbpf entrando poi nel dettaglio degli interventi, tra grandi opere, canali di adduzione e scolmatori, impianti pluvirrigui, invasi, condotte di collegamento, difesa idraulica e prevenzione idrogeologica, manutenzioni straordinarie, impianti idroelettrici e fotovoltaici per l'energia pulita, collaborazioni con i Comuni per progetti di ponti piuttosto che manutenzione di strade, sgrondo delle acque meteoriche, controllo delle strade di attraversamento di canali, bonifica ambientale. E poi le collaborazioni con la Regione, sempre per il risanamento ambientale ma anche per la sicurezza idraulica, i segnalamenti dei canali di navigazione, la riqualificazione fluviale. Non mancano le nuove idee, come la costruzione di un "mini Mose" a Grado prevedendo un muro con aperture mobili automatiche e una paratoia a difesa del porto vecchio, uno scolo unico meccanico a gestione consorziale per l'idrovora Marzotto a Marano Lagunare, la messa in opera dei tre impianti di ricarica della falda in condizioni controllate ubicati nell'alta pianura friulana alla sinistra Tagliamento. Di Nardo ha parlato, poi, in veste di segretario generale dell'Unione consorzi di bonifica, realtà che rappresenta tutti e tre i consorzi regionali (Cbpf, Cbpcm e Cbvg), affrontando il tema di come sostenere i consorzi, a partire da modifiche normative di semplificazione degli iter autorizzativi che consentano di snellire le procedure burocratiche, oggi eseguite in 24-30 mesi. Ma sono stati segnalati problemi anche relativamente alla gestione del mercurio nei terreni proveniente dalla parte di bacino slovena del fiume Isonzo (manca una modalità operativa legittima di gestione del terreno di risulta), al riutilizzo di terre e rocce da scavo sugli argini, alla gestione dei rifiuti abbandonati lungo la rete idrica, ai costi sostenuti ma non inseriti nella voce delle spese generali, alla mancata previsione dell'accesso ai lavori in economia e a un limite troppo basso per quelli in amministrazione diretta (oggi si limita l'importo a 200mila euro, mentre si chiede di elevarlo a un milione, come avviene in altre regioni). Infine, sono stati chiesti alcuni chiarimenti normativi e conseguenti modifiche ai provvedimenti. 1 - segue ACON/RCM-fa