Udine, 2 lug - ''Oltre la crisi. Effetti e riflessioni per il futuro'' è il titolo del rapporto dell'Osservatorio sulle trasformazioni economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia, realizzato dall'Ires FVG (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) e presentato oggi nella sede della Regione a Udine.
Dalla ricerca (''ci consente di leggere meglio la realtà regionale''), realizzata annualmente grazie al sostegno dell'Amministrazione regionale, ''emerge una tenuta sostanzialmente positiva degli strumenti che la Regione in questi anni ha messo a disposizione delle imprese e delle famiglie per fronteggiare la crisi'', ha commentato l'evento l'assessore alla Cultura Roberto Molinaro.
All'incontro si è parlato della dimensione economica e sociale della crisi nella nostra regione: in un anno, tra il 2008 e il 2009, si stima un calo del numero degli occupati pari a oltre 13 mila unità; nel triennio 2006-2009 il numero delle imprese attive è diminuito di circa il 2 per cento pari a 1.673 unità imprenditoriali in meno.
Per quanto riguarda quest'ultimo calo (soprattutto nelle Province di Trieste e Gorizia), l'assessore Molinaro ha richiamato l'attenzione sulla necessità di inserire in modo strategico all'interno soprattutto delle istituzioni scolastiche alcuni percorsi di sviluppo della mentalità imprenditoriale.
In merito all'impatto sociale della crisi (la ricerca parla di un tasso di povertà relativa del 6 per cento, ma gli utenti dei servizi socio-assistenziali dei Comuni rappresentano il 3 per cento della popolazione complessiva), l'assessore Molinaro ha ricordato come vi sia ''un'assoluta esigenza di tarare meglio la risposta dei servizi sul territorio soprattutto in termini di flessibilità per intercettare meglio gli effettivi bisogni della popolazione''. ''Per far fronte a queste nuove condizioni di povertà - ha spiegato Molinaro - sarà necessario recuperare la socialità all'interno delle nostre comunità che è fondamentale per la coesione sociale, senza la quale è difficile non solo affrontare i momenti di crisi, ma anche immaginare politiche di sviluppo''.
La ricerca evidenzia anche la necessità di una riorganizzazione della struttura produttiva regionale volta a far emergere un tessuto di imprese di media dimensione maggiormente strutturate e competitive sui mercati internazionali.
Dai dati emergono i notevoli cambiamenti in atto nella destinazione dell'export regionale: mentre negli ultimi anni la quota dell'export destinato al mercato interno europeo è passata dal 65 per cento (2004) al 53 per cento (2009), le imprese regionali si rivolgono sempre di più verso le aree del mondo con maggiori potenzialità di crescita, in particolare i paesi BRIC (India, Russia, Cina, Brasile).
ARC/MCH