(ACON) Trieste, 27 feb - "Per anni Fedriga e Riccardi ci hanno
raccontato che il privato accreditato è parte del sistema
pubblico, ma vista la velocità con cui si sta chiamando fuori
dalla partita, evidentemente non è così. Le dichiarazioni degli
ultimi giorni ci devono far riflettere, e seriamente, sulla
spinta alla privatizzazione intrapresa dalla Giunta negli ultimi
anni e su come il palco della narrazione che dice 'tutto è
pubblico' sia caduto in un pomeriggio". Lo afferma, in una nota,
la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) commentando la
notizia dello stop alle prenotazioni nella sanità privata
accreditata.
"La posizione assunta dal privato in questi giorni non può che
preoccupare - continua la Celotti - proprio alla luce
dell'importante numero delle prestazioni che queste realtà stanno
erogando. Un numero che è peraltro aumentato in questi ultimi
anni a fronte del maggior investimento che la nostra Regione ha
deciso di fare sul privato".
"Il privato convenzionato è un legittimo sistema d'impresa, che
integra il sistema pubblico nell'erogazione delle prestazioni
sanitarie, ma non è un servizio pubblico. Credo che da oggi in
avanti - commenta le dem - su questo elemento di fondo non
possano esserci più dubbi, né diverse posizioni. E rimane
comunque aperto il tema più importante, cioè quello delle
risposte da garantire ai cittadini, perché se la situazione non
si risolverà, il sistema pubblico dovrà farsi carico, di nuovo,
di una mole importante di prestazioni sanitarie che erano state
esternalizzate, senza avere la struttura per riassorbirle a breve
giro".
Perciò, sostiene la consiglera, "aumenterà ancora il ricorso al
privato puro e, conseguentemente, aumenterà l'iniquità tra
cittadini e cittadine che possono acquistare le prestazioni e
quelli che non possono farlo".
ACON/COM/rcm