(ACON) Trieste, 26 feb - "Tutti quanti noi avremmo voluto che,
dopo 15 anni, il Friuli Venezia Giulia avesse finalmente
individuato le aree idonee al fotovoltaico. Tuttavia, dovremo
attendere ancora e non sappiamo per quanto tempo. Proprio per
questo motivo abbiamo espresso parere contrario a un disegno di
legge che, per contro, abbiamo anche contribuito a migliorare in
questi pochi giorni messi a disposizione dei consiglieri per la
sua votazione".
Lo rimarca, in una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria
Capozzi (Movimento 5 Stelle), intervenendo a caldo sul disegno di
legge 38 dedicato all'installazione di impianti a fonti
rinnovabili, approvato dall'Aula soltanto pochi minuti prima.
"Il nostro - prosegue Capozzi - è stato un atteggiamento
costruttivo e non certamente orientato da preclusioni di sorta o
no ideologici, anzi. Non siamo certamente 'quelli del no' a
prescindere, come a qualcuno piace catalogarci: prova evidente di
ciò è infatti costituita dai 40 emendamenti da noi presentati che
miravano unicamente a migliorare un testo deficitario, benché ben
38 di essi abbiano ricevuto un 'no' dal Centrodestra".
"In questa bocciatura annunciata si sono però salvate due istanze
che - aggiunge l'esponente pentastellata - hanno trovato
accoglimento da parte dell'Assemblea legislativa. Grazie a noi
sono state infatti tolte dal novero delle aree idonee le zone
commerciali, ancora ben diffuse nei piani regolatori dei nostri
Comuni, che invece erano state assimilate alle aree industriali
ed artigianali quali zone in cui poter accelerare gli iter
amministrativi per la realizzazione di questi impianti. In questo
modo, abbiamo salvato migliaia di ettari di terreno, spesso
coltivato ancorché ritenuto zona commerciale".
"Notiamo altresì - spiega ancora Capozzi - come alcuni
consiglieri di Centrodestra si sentano colpiti nel vivo quando si
parla di ritardo e di buoi scappati. Tuttavia, sarà sufficiente
vedere la cartografia prevista da questa norma per capire cosa è
successo in questi tre lustri".
"Abbiamo avuto modo anche di ribadire il ritardo con cui si
interviene; un ritardo - sottolinea la rappresentante del M5S -
di ben 15 anni! E, se qualcuno vuole considerare questa norma una
pietra miliare, noi siamo più che mai convinti che sarà il tempo
a darci ragione. Soprattutto davanti a un'attuazione farraginosa
che prevede 12 mesi per la formulazione delle cartografie che poi
dovranno appena essere recepite nei regolamenti comunali".
"Un'imperdonabile e inaccettabile lungaggine che ha visto una
corsa alla presentazione delle domande già nel primo mese di
quest'anno con un valore salito a +200%. Dunque, non e?
certamente difficile immaginare cosa accadrà nel corso di
quest'annata di vacatio legis", conclude la nota.
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