(ACON) Trieste, 26 feb - "Il nostro esplicito sostegno alla
petizione era doveroso perché va a sancire, anche attraverso le
firme raccolte direttamente sul territorio, una preoccupazione da
noi più volte manifestata in merito alla chiusura dei consultori.
In questo caso il problema riguarda Trieste, ma il principio di
salvaguardia di queste strutture va ovviamente esteso all'intera
regione".
Lo evidenzia, in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria
Capozzi (Movimento 5 Stelle), presente quest'oggi nel salottino
presidenziale di piazza Oberdan a Trieste alla consegna della
petizione che chiede alla Regione Friuli Venezia Giulia di
rinunciare all'accorpamento dei consultori nel capoluogo.
"Passare da quattro a due - prosegue Capozzi - costituisce un
grave passo indietro, a spese soprattutto delle persone fragili
che costituiscono proprio gran parte dei fruitori di servizi solo
apparentemente semplici, ma in realtà molto preziosi".
"La promozione della salute in senso globale, come viene
evidenziato anche nell'istanza, deve infatti costituire un
caposaldo. Pertanto, auspico un repentino dietrofront decisionale
- precisa la pentastellata - che riporti servizi e operatori
specializzati anche nei rioni di San Giacomo e San Giovanni, e
non solo in quelli di Roiano e Valmaura".
"Siamo già scesi in piazza una volta per esprimere il nostro
dissenso nei confronti di questo provvedimento, schierandoci con
chi si oppone all'ennesimo taglio della sanità pubblica -
sottolinea la rappresentante del M5S - per spingere i cittadini
ad affidarsi a quella privata. Emerge così un progressivo
impoverimento dei servizi, mentre aumentano i disagi. La legge,
infatti, prevede almeno un consultorio ogni 20mila abitanti e ora
più che mai non si può lucidamente pensare che il supporto
offerto da due presidi fondamentali per il supporto sanitario
possa essere uguale a quello offerto da quattro".
"La prossimità di servizio - conclude Capozzi - va tutelata e non
depotenziata, insieme alle preziose attività di prevenzione che
si porta dietro in dote. Pare quindi necessario e doveroso
compiere un urgente passo indietro, ripensando e rivalutando
anche l'organizzazione per andare incontro alle esigenze del
personale e dell'utenza".
ACON/COM/mv