(ACON) Trieste, 26 feb - "È stata depositata nelle mani del
presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, la petizione
'Si faccia un passo indietro sull'accorpamento dei consultori di
Trieste, rivedendone l'organizzazione tenendo conto dei reali
bisogni dell'utenza e del personale', accompagnata da 1.013 firme
raccolte in pochi mesi a Trieste". Lo evidenzia, in una nota, la
consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e
Sinistra).
"Già a maggio 2023, con un'interrogazione a risposta immediata -
rammenta Pellegrino -, avevo chiesto alla Giunta Fedriga
informazioni sull'ipotesi di chiusura, poi avvenuta, di due dei
quattro presidi pubblici così fondamentali e importanti, avendo
ricevuto, all'epoca, una risposta vaga e farfugliata che metteva
nelle mani dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina
(Asugi) la responsabilità di questa scelta. A distanza di oltre 2
anni le cose, come erano prevedibili e chiare ai più e in barba
alla legge e a quanto scriveva la Giunta regionale già nel 2022 e
mai smentite, sono visibili a tutti".
"Ci troviamo di fronte a un servizio ridotto nonostante
l'accorpamento - incalza la consigliera -, un mancato
potenziamento promesso e a un indebolimento di un presidio
'facile' per i più fragili e vulnerabili. Le motivazioni di tutto
questo non è ancora dato saperlo. Il sentore dei cittadini e
cittadine di Trieste è di sconforto ed esprime un giudizio
negativo per una scelta fatta d'imperio. Alcuni servizi che prima
erano gratuiti e immediati oggi sono stati internalizzati, sono
venuti meno quei luoghi di discussione e confronto con gli
operatori del servizio per la risoluzione di problemi primari e
il termine 'consultorio familiare' è scomparso dal linguaggio di
Asugi".
"C'è la necessità - conclude Pellegrino - di una verifica e
confronto in III Commissione consiliare per valutare le scelte
prese che impongono un'analisi e un riscontro della bontà, o
meno, della scelta assunta".
ACON/COM/rcm