(ACON) Trieste, 26 feb - "La Lega è favorevole all'approvazione
di questo disegno di legge. Tutti in quest'Aula , rappresentativa
dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, desideriamo e vogliamo
che l'insediamento di impianti da fonti rinnovabili in Regione
sia limitato nelle aree agricole, di interesse ambientale,
paesaggistico, storico, culturale e questa norma va verso questa
direzione". Così Lucia Buna, consigliera regionale della Lega, in
Aula e in una nota sulla votaizone del ddl 38.
"Abbiamo posto l'attenzione sull'equilibrio fra il dovere e
l'obbligo di rispettare gli indicatori per la decarbonizzazione
prevista nel 2030 e la tutela del nostro territorio. E abbiamo
compreso - analizza Buna - che questo ddl ha al suo interno 12
articoli tecnici, figli di norme europee e del decreto
ministeriale del giugno 2024 che detta i tempi e i metodi alle
Regioni per il recepimento al fine di mettere ordine fra aree
idonee e non idonee e che non ha dotazioni economiche proprio per
il fatto che ha poco di politico. Grazie alle misure messe in
atto dall'amministrazione regionale con i contributi a privati,
aziende ed enti pubblici, abbiamo già superato la potenza minima
imposta fin da questo momento alla nostra Regione e indicata dal
decreto ministeriale del 2024".
"In questi giorni di discussione i consiglieri delle Opposizioni,
durante i loro interventi, sono andati fuori tema rispetto
all'articolato. Se la Minoranza - incalza la consigliera - pensa
che con questa legge vogliamo chiudere il tema relativo
all'insediamento di impianti da fonti rinnovabili si sbaglia".
L'esponente della Lega infatti ha proposto, "attraverso un ordine
del giorno, di valutare la possibilità di rendere obbligatorio
l'acquisto delle aree, disincentivando così da parte degli
operatori agricoli la loro vendita, e di valutare che in ogni ex
territorio provinciale non si superi il 50% di insediamenti
rispetto alle perimetro dei capoluoghi, naturalmente sempre in
base al decreto ministeriale. Infine è prevista anche una stretta
collaborazione con le nostre Università, proponendo di istituire
un fondo per la ricerca di tecnologie atte al miglior utilizzo di
suolo agricolo attraverso un agrifotovoltaico avanzato che
permetta effettivamente di coltivare e produrre materie prime
commestibili, come già la provincia autonoma di Trento e l'Emilia
Romagna stanno portando avanti con i loro atenei".
ACON/COM/rcm