FOTOVOLTAICO. OK AULA DDL 38: ASTENSIONI PD E PATTO-CIV, MISTO VOTA NO

(ACON) Trieste, 26 feb - L'Aula ha approvato a maggioranza (25 sì del Centrodestra, 3 no del Gruppo Misto, 16 astensioni tra Pd e Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) il disegno di legge 38 sull'installazione di impianti a fonti rinnovabili (Fer) e ha deciso di inviare alla Giunta una proposta di risoluzione della petizione 11 (contrarietà ad impianti per il fotovoltaico in prossimità delle aree residenziali di Romans d'Isonzo) modificando il testo nelle parti in cui è stato superato proprio dai contenuti del ddl appena accolto. La Giunta ha anche accettato 15 ordini del giorno dei consiglieri. Da parte dei consiglieri, la contrarietà maggiore è rimasta in capo al gruppo Misto, a cominciare da Serena Pellegrino (Avs) che ha puntato il dito verso gli interessi delle multinazionali che si nascondono dietro la decarbonizzazione; la transizione energetica è urgente e necessaria, ma bisogna chiedersi se si è davvero bilanciata l'esigenza economica con quella ambientale e sociale; non è stato previsto nulla sulla qualità degli impianti, invece non basta limitarsi a dire dove possono essere installati. Per Rosaria Capozzi (M5S) si tratta di "una norma che non darà risposte a ciò che cittadini e amministratori lamentano, ovvero non sarà efficace per domare il caos che regna" e ha ribadito che "arriva in ritardo di 15 anni, durante i quali si è fatto poco e male. Abbiamo presentato 40 emendamenti volti a migliorare il testo, ne sono stati accolti solo due, in particolare la sottrazione delle aree commerciali tra quelle utilizzabili, ma non è abbastanza". Contrario anche Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), "perché doveva arginare il consumo selvaggio del suolo per l'installazione dei pannelli fotovoltaici, invece così non è. Viola la sovranità dei Comuni nel decidere le aree idonee e quelle no". Anche lui ha presentato "una quarantina di emendamenti, ma quanto è stato recepito è troppo poco". Honsell è stato anche l'unico, in Aula, a dirsi contrario alla modifica della petizione 11 asserendo poca chiarezza sulla decisione suggerita dalla Maggioranza. Michele Lobianco (FI) ha sottolineato "lo spirito pragmatico della legge, che cerca in tutti i modi di salvaguardare il territorio e il paesaggio, creando un articolato innanzitutto non impugnabile e rispettando norme nazionali ed europee". Lobianco ha anche parlato di "sforzi di grande equilibrio tra certezza del diritto, aspetto economico e tutela dell'ambiente". Giulia Massolino (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) ha spiegato un "voto di astensione nell'auspicio che i punti deboli siano tenuti in mente dal Centrodestra quando la norma tornerà in Aula, perché sarà inevitabile" e ha evidenziato la necessità reale di normare l'argomento, peccato non siano stati accolti i suggerimenti del suo Gruppo come per le aree impermeabilizzate, la compartecipazione del territorio, il potenziamento infrastrutturale, fare agricoltura sotto determinati impianti. Per Mauro Di Bert (Fedriga presidente) "siamo giunti alla fine di una legge attesissima per un tema in continua evoluzione tecnologica. Sicuramente vedrà molti aggiustamenti e aggiornamenti, perché il mondo imprenditoriale viaggia molto più veloce della politica. Ma a ogni modifica attuata per il bene del territorio noi saremo sempre presenti". E ha poi apprezzato "l'approccio intellettualmente onesto usato dall'assessore e il voto di astensione di una parte delle Opposizioni perché è un modo per dire lavoriamo assieme". Igor Treleani (FdI), ringraziando l'assessore Scoccimarro "per la disponibilità data nel rendere note le motivazioni dei sì e dei no alle proposte", ha affermato che si tratta di "una legge che disciplina e tutela, consentendo alla Regione di gestire al meglio l'installazione di impianti Fer che finora hanno trovato troppa libertà. In questo difficile quadro di norme sovraordinate che dobbiamo quasi interamente recepire, l'articolato proposto risulta essere un testo responsabile, che tutela cultura, paesaggio e agricoltura". Di parere diverso, in particolare proprio su questo punto, Andrea Carli (Pd), che ha poi definito "di responsabilità, non di accondiscendenza" il voto di astensione del suo Gruppo. "Il ddl 38 resta una norma parziale, che non affronta questioni aperte, in particolare la tutela dei territori agricoli. Si limitano solamente gli impianti fotovoltaici, non si pensa abbastanza al biometano e non c'è un pensiero concreto su come incentivare l'utilizzo delle aree meno appetibili, ossia le aree idonee". Lucia Buna (Lega) ha definito "spesso fuori tema la discussione da parte delle Opposizioni. Con il ddl 38 si è messo ordine tra aree idonee e non idonee. Tutti desideriamo tutelare la aree agricole, a vocazione storica, culturale o paesaggistica. Abbiamo posto il massimo equilibrio tra il dovere di decarbonizzazione entro il 2030 e la tutela del nostro territorio". Ha quindi fatto presente che "questa è solo una base di partenza, non abbiamo finito di trattare il tema delle fonti rinnovabili, prova lo sono anche le richieste di un mio ordine del giorno volte a contrastare la speculazione". A chiusura di dibattito, l'assessore Scoccimarro ha parlato in termini di legge che "pone il Friuli Venezia Giulia tra le prime Regioni a normare in modo compiuto il settore fotovoltaico, senza generare scontri ma attraverso una strategia chiara e sostenibile. Si tratta della risposta a una sfida complessa: garantire energia pulita e indipendente senza compromettere la bellezza, la produttività e l'identità del nostro territorio". Inoltre, l'assessore ha fatto presente che "chi vorrà realizzare impianti con potenza superiore a 1 MW dovrà prevedere misure di compensazione e far sì che le comunità locali siano parte attiva nelle scelte". E non da ultimo una riflessione: "Non si può pensare di riuscire a triplicare la nostra produzione energetica regionale senza dover toccare il territorio, questo non significa che abbiamo il mito dell'agrivoltaico". ACON/RCM-fc