(ACON) Trieste, 25 feb - "Il testo, già colpevolmente licenziato
senza adeguati correttivi in sede di Commissione, non sarà
efficace per domare la grave situazione di caos che regna
attualmente e prevede, al tempo stesso, anche un'attuazione del
tutto farraginosa che interverrà non prima di 12 mesi
dall'approvazione della legge. Un periodo nel corso del quale
dovranno essere elaborate le cartografie che poi, con un
ulteriore allungamento dei tempi, dovranno essere recepite dai
Comuni nell'ambito dei rispettivi strumenti urbanistici".
Lo ribadisce, attraverso una nota stampa, la consigliera
regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), riprendendo
alcuni elementi già espressi nel corso del suo intervento odierno
nell'emiciclo di piazza Oberdan a Trieste in occasione della
prima delle due giornate consecutive di lavori d'Aula previste
dal calendario.
"Tale lasso di tempo - aggiunge l'esponente pentastellata,
facendo riferimento alla discussione sul disegno di legge 38
dedicato all'installazione di impianti a fonti rinnovabili -
risulta per noi del tutto inaccettabile, giacchè le domande già
nel primo mese dell'anno in corso sono aumentate addirittura del
200%".
"Del resto, è un dato di fatto - precisa Capozzi - che si sia
verificato un ritardo normativo tematico di ben 15 anni. Una
pericolosa inerzia che ha causato la confusione che regna oggi
nei nostri territori perché, nell'arco di questi tre lustri, non
solo non è stato fatto nulla ma, ancor peggio, ciò che è stato
fatto è stato fatto male. E un esempio tangibile di questo ci
riporta alla legge regionale 16/2021, giustamente impugnata.
Senza dimenticare, ultima in ordine di tempo, la mozione del
collega Di Bert che si limitava a individuare gli indicatori di
presuntiva non idoneità: è stata così efficace che dalla sua
approvazione sono stati approvati o sono in corso di valutazione
impianti fotovoltaici per 470 Mw su 666 ettari".
"Sono ormai troppi gli anni di attesa per poter usufruire della
legge sul fotovoltaico e, da parte nostra, auspicavamo che la
norma in questione - sottolinea la rappresentante del M5S
-potesse mettere ordine a una situazione fin troppo abusata. Non
sarà né la prima, nè l'ultima volta che lo ripeto: sia chiaro,
noi siamo completamente a favore della transizione energetica e
dello sviluppo delle fonti rinnovabili! Tutto ciò, però, non può
trovare una concretizzazione efficace senza una regolamentazione
seria e capace di tutelare il nostro patrimonio culturale e
paesaggistico".
"Il Friuli Venezia Giulia - dettaglia Capozzi - dovrebbe
realizzare impianti per 1.900 Mw dal 1 dicembre 2022 fino al 2030
e, stando agli ultimi dati forniti da Terna, dal 2022 al 2024 ne
avremmo dovuti installare istallare 404 Mw. Ne sono stati
collocati addirittura 652 Mw, superando così, con largo anticipo,
anche l'obiettivo fissato per il 31 dicembre 2025".
"A oggi, abbiamo quattro impianti di potenza superiore a 10 Mw-
prosegue ancora la parte tecnica della nota pentastellata - che,
sommati ai 50 autorizzati o in fase di autorizzazione, portano a
un totale di 1.500 Mw. A essi vanno aggiunti gli impianti
piccoli, ossia 215 Mw autorizzati dai Comuni e non da Stato e/o
Regioni. Sommando, perciò, tutte queste voci arriviamo a 2.352
mega, dunque ben oltre l'obiettivo previsto, senza dimenticare
che il calcolo non tiene conto del fotovoltaico collocato sui
tetti delle case oggetto di incentivo regionale. Quindi, alla
luce di queste considerazioni, dire che i buoi sono scappati
significa usare un eufemismo capace di rendere solo parzialmente
l'idea. Questa norma, così com'è?, non sarà efficace per tutelare
il nostro territorio e domare un processo sempre più fuori
controllo".
"Confermiamo altresì anche la necessità che si debbano preferire
le aree dismesse, le cave e le discariche, nonché le zone
degradate. Secondo noi - conclude Capozzi - il testo attuale è
ancora irricevibile, perché conserva più che mai tutte le
criticità che ci avevano indotto a depositare in prima battuta 24
emendamenti per affrontare la discussione durante i lavori della
Commissione competente e poi, oggi davanti all'Assemblea
legislativa, altri 40".
ACON/COM/sm