(ACON) Trieste, 25 feb - Due visioni molto diverse sul disegno
di legge che si propone di regolare l'installazione di impianti a
fonti rinnovabili sul territorio regionale. È quanto emerge dai
primi interventi dei consiglieri nel corso della discussione
generale, alla ripresa dei lavori in Aula sotto la presidenza di
Mauro Bordin.
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha definito la norma proposta
dalla Giunta "indecifrabile e incomprensibile", non tanto per
responsabilità dell'assessore ma "perché operiamo in un contesto
normativo nazionale imbarazzante". In ogni caso, l'esponente di
Opposizione giudica il ddl 38 "non accettabile perché arriva
tardi, quando molte operazioni sembrano inarrestabili, e produrrà
effetti solo a distanza di anni. Inoltre espropria i Comuni
dell'unica cosa sulla quale hanno sovranità: la gestione del loro
territorio". Honsell è inoltre convinto che la nuova legge "sarà
difficile da applicare e sfocerà in contenzioni in tribunale".
Simili i rilievi espressi da Rosaria Capozzi (Movimento Cinque
Stelle), che preannuncia "40 emendamenti per correggere il testo"
e teme "un'applicazione farraginosa della norma, che non entrerà
in vigore prima di 12 mesi e prevede ulteriori passaggi, con
lungaggini inaccettabili". L'indicazione politica del M5S è di
"preferire aree dismesse, cave, discariche e aree degradate per
la collocazione degli impianti" affinché "la necessaria
transizione energetica non vada a danno di paesaggio e
territorio".
A favore del ddl invece Diego Bernardis, consigliere di Fedriga
presidente, convinto che la legge segni "un passaggio
fondamentale per il Friuli Venezia Giulia, in quanto rispetta gli
obiettivi europei con buon senso ed equilibrio". "Troppi impianti
fotovoltaici - ha osservato l'esponente di Maggioranza - sono
sorti senza un quadro di insieme, in una situazione di anarchia:
ora invece ci sono regole chiare. E una scelta significativa, un
punto centrale per me che vengo dal Collio, è l'attenzione ai
siti Unesco e alle aree ad alto valore paesaggistico e
ambientale. Anche la petizione dei cittadini di Romans d'Isonzo
trova risposta concreta grazie a questo ddl".
Valutazioni diverse da Marco Putto (Patto per l'Autonomia-Civica
Fvg), che ha ricordato come non sia stata ancora pubblicata la
sentenza del Tar del Lazio sui ricorsi presentati dagli operatori
rispetto al decreto nazionale del 2024, e questo crei "un'alea di
indefinitezza, con il rischio di lasciare troppo spazio tra le
pieghe delle norme". Anche Putto ha lamentato "il rischio di
un'attuazione farraginosa della legge, che dispiegherà i suoi
effetti solo dopo 12 mesi" e ha espresso una preoccupazione
relativa alle infrastrutture per il trasporto di energia "di cui
non si parla nel ddl". Il consigliere di Opposizione ha
preannunciato emendamenti "per fugare molte criticità",
subordinando al loro accoglimento il voto finale sul testo.
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ACON/FA-fc