(ACON) Trieste, 25 feb - "Questo è il miglior provvedimento che
la nostra Regione potesse scrivere", ha esordito l'ultimo dei
relatori per la maggioranza, Michele Lobianco (FI), evidenziando
che "ha uno spirito pragmatico e cerca di attuare quello che è
l'indirizzo politico, ovvero tutelare l'ambiente, il paesaggio,
attraverso un articolato non impugnabile e in ottemperanza delle
direttive nazionali ed europee. E' la sfida del nostro tempo e
noi saremo qui, come sentinelle, a controllarne ogni aspetto e
tornando, se necessario, in quest'Aula".
Nella sua relazione (data per letta in Aula), il forzista spiega
che con il disegno di legge 38 si intende "attuare il decreto
legislativo 199/2021, che recepisce la direttiva europea
2018/2001 sull'incentivazione dell'uso dell'energia proveniente
da fonti rinnovabili, in base alla quale le Regioni sono tenute,
entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, a
individuare con legge le superfici e le aree idonee per
l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, demandando a
successivi decreti ministeriali i criteri omogenei per tale
individuazione. Questi ultimi sono stati emanati solo a giugno
2024".
Lobianco dettaglia quindi che il primo articolo "definisce
l'impegno della Regione nella promozione dello sviluppo delle
fonti rinnovabili in linea con il Piano energetico regionale
(Per) e con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima
(Pniec), con l'obiettivo principale di individuare, secondo i
criteri ministeriali, le superfici e le aree idonee
all'installazione degli impianti, garantendo il raggiungimento
degli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica".
L'articolo 2 "stabilisce quali siano i criteri per
l'individuazione delle aree idonee all'installazione degli
impianti, soggetti ad un iter procedimentale semplificato e
definisce le eccezioni per specifiche tipologie di impianti
collocati a terra in zone agricole. In particolare, viene
promossa la loro collocazione prioritariamente su edifici
esistenti, pensiline, posteggi, spazi di servizio, privilegiando
le zone destinate a usi industriali, commerciali o artigianali,
nonché in superfici di strutture militari e basi dismesse, a
condizione che non siano utilizzate o idonee ad altri scopi. Il 3
delinea le categorie delle aree non idonee all'installazione
degli impianti, includendo quelle a forte valore paesaggistico,
culturale, ambientale o agricolo, le quali devono essere tutelate
con particolare attenzione. Il 4 individua le superfici che non
rientrano né tra quelle idonee, né tra quelle non idonee e che
pertanto sono soggette a un determinato procedimento
autorizzativo".
Nell'articolo 5 troviamo "i criteri di valutazione per i
progetti, tenendo conto della localizzazione, della capacità
produttiva, degli impatti ambientali, paesaggistici, sociali ed
economici e della compatibilità con le normative vigenti,
prevedendo inoltre l'adozione, da parte della Giunta regionale,
di linee guida per la redazione dei progetti e delle relative
opere connesse. Il 6 istituisce un sistema cartografico digitale,
il WebGIS Eagle.fvg, che si aggiornerà automaticamente grazie
allo scambio di dati tra le diverse strutture regionali e che
consentirà di consultare in tempo reale le aree. Il 7 elimina il
divieto di impianti alimentati da biomasse entro un raggio di 2
chilometri dalle colture pregiate, consentendo così di
conformarsi alla normativa statale. L'8 reca disposizioni
transitorie per i procedimenti autorizzatori avviati prima
dell'entrata in vigore della legge, indicando le modalità per
l'adeguamento dei piani urbanistici comunali, garantendo, nelle
more del recepimento del presente ddl, che la realizzazione degli
impianti non sia ostacolata dai regolamenti edilizi comunali".
"Il provvedimento si completa con gli articoli da 9 a 12, che ne
dispongono le abrogazioni, la clausola valutativa, le norme
finanziaria e l'entrata in vigore. Accogliamo con favore questa
proposta. L'equilibrio normativo raggiunto - è la conclusione di
Lobianco - mira a garantire un impianto solido, in grado di
sostenere l'indirizzo politico regionale sulla salvaguardia del
territorio, scongiurando il rischio di impugnazioni derivanti
dalla mancata individuazione, tramite legge regionale, delle
superfici e delle aree idonee all'installazione di impianti a
fonti rinnovabili".
ACON/RCM-fc