GARANTE. SBRIGLIA: CARCERE S.VITO AL TAGLIAMENTO OPERA ATTESA DA ANNI

(ACON) Trieste, 24 feb - "Il nuovo carcere che sarà edificato a San Vito al Tagliamento. È un'opera che, attesa da decenni, finalmente sembra concretizzarsi". Lo afferma in una nota Enrico Sbriglia, Garante regionale dei diritti della persona a margine dell'evento di presentazione della nuova struttura penitenziaria che sorgerà nella provincia di Pordenone. "È stato un travaglio di almeno trent'anni se non di più - prosegue il Garante -, e avendone vissuto, in altra funzione pubblica, alcune delle relative epoche, non posso dimenticare come uno straordinario merito vada attribuito all'ex sindaco Antonio Di Bisceglie che, ostinatamente, si era battuto affinché si pervenisse a tanto, comprendendo, con il lucido intuito di un amministratore locale che conosce il proprio territorio, come la realizzazione di una importante struttura penitenziaria avrebbe giovato alla sua città, aiutando, altresì, lo Stato a meglio governare una situazione carceraria regionale che, già allora, si mostrava, così come in tutto il Paese, in grande affanno a causa del sovraffollamento detentivo. Oggi, grazie ad un grande impegno corale governativo, un primo risoluto passo operativo è stato compiuto, però c'è ancora tanto da fare e da programmare per tempo". Sbriglia auspica, quindi, "che nelle prossime settimane venga costituito un tavolo di regia ad hoc, formato da rappresentanti delle istituzioni ed esperti, espressione di competenze multidisciplinari, perché il carcere deve essere luogo di cultura della legalità, di erogazione di servizi sanitari, di formazione professionale qualificata, di studio, di attività sportive che incarnino i valori della leale competizione e del corretto agonismo, di incontro con i familiari, con i figli anche minori, con il mondo del volontariato e pure luogo dove si coltiva, oppure si ritorna a coltivare, il proprio rapporto con la fede e dove ci si educa al tema dei diritti umani, civili, politici". "Il carcere - prosegue il Garante regionale - è luogo del recupero della persona, come impone la nostra Costituzione e ha il compito di ricostruire la consapevolezza della responsabilità individuale e motivare il desiderio di riscatto personale. Ma per volerlo come 'un bene pubblico' e non, invece, trasformarlo in un problema sociale, occorre assicurare la predisposizione di tutta una serie di servizi ed in tempo debito". Per Sbriglia "la Regione Fvg dovrà essere protagonista di questo percorso, in primis in tema di sanità penitenziaria, di cui ha la competenza esclusiva in materia. Il ministro della Giustizia, inoltre, dovrà porre in essere tutti i provvedimenti necessari, gia da ora, perché siano riaggiornate le dotazioni organiche del personale della polizia penitenziaria da assegnare, anche solo virtualmente, a Pordenone, perché ogni ritardo si trasformerebbe in una iattura e favorirebbe sentimenti di demotivazione tra i pochi agenti di stanza presso il carcere pordenonese, il cui numero attuale non raggiunge, probabilmente, neanche il 25% della forza necessaria". "Si dovrà anche aggiornare anche il quadro dirigenziale, oltre quello dei funzionari giuridico-pedagogici, contabili, amministrativi e tecnici. Sarebbe aupiscabile, inoltre, anche un vice-direttore che affianchi il dirigente titolare,il dr. Lamonaca. Si è parlato, infatti - evidenzia Sbriglia -, di un reparto di polizia penitenziaria di circa 200 agenti, contro i 43 attualmente in servizio. Ma si dovrà pure pensare al rafforzamento dell'ufficio dell'esecuzione penale esterna e della stessa magistratura di sorveglianza. Si dovranno predisporre tutti i locali medicali, nel rispetto degli standard che attengono gli ambienti sanitari e assicurare il personale medico ed infermieristico, oltre che organizzare i servizi di medicina specialistica ai quali i detenuti sono più esposti, così come i servizi di telemedicina, nonchè predisporre il reparto sanitario dedicato presso il vicino ospedale la cui prossimità è strategica per assicurare la tempestività degli interventi". Il Garante ricorda, inoltre, che "si dovranno organizzare le attività di formazione professionale per le persone detenute, i di corsi scolastici dei diversi gradi d'istruzione, coinvolgendo la dirigenza generale dell'Usr e sportelli per accedere ai servizi sociali, per l'impiego, per i patronati; si dovrà favorire da subito la costituzione di una rete di leale collaborazione con il mondo delle associazioni e del volontariato e andranno rivisti i servizi di trasporto locale, sia per il personale che per gli stessi visitatori del carcere. Occorrerà, infine, anche dare delle risposte ai bisogni abitativi del personale penitenziario, onde evitare il loro desiderio di trasferimento in altre sedi". "Le questioni indicate - conclude Sbriglia - sono solo una parte del dossier 'carcere' d'affrontare. Questa Regione, però, ha tutte le carte per riuscirci, ma occorre fare presto, adesso, perché domani potrebbe essere già tardi". ACOM/COM/sm