(ACON) Trieste, 20 feb - Sul principio - quello di
regolamentare l'installazione degli impianti a fonti rinnovabili
sul territorio - sono tutti d'accordo. Sul testo di legge,
decisamente no. E così il lungo esame del ddl 38 in IV
Commissione, sotto la presidenza del leghista Alberto Budai, si è
concluso con un voto frammentato: il sì compatto della
Maggioranza di Centrodestra, il no deciso di Open, M5S e Avs,
l'astensione attendista di Pd e Patto per l'Autonomia-Civica Fvg
che auspicano di vedere accolti almeno alcuni dei loro
emendamenti al momento dell'esame in Aula, in programma il
prossimo 25 febbraio.
L'esame articolo per articolo ha riproposto le considerazioni già
ascoltate in fase di discussione generale. Con la pentastellata
Rosaria Capozzi che ha parlato di "legge confusionaria, di non
agevole lettura, come ha evidenziato il parere della
Soprintendenza" innescando un duello verbale con l'assessore
Fabio Scoccimarro. L'esponente di Giunta le ha ribattuto
osservando che "ci sono due modi di fare politica: proporre
emendamenti con l'intento di farli passare concordandoli con la
Giunta, o proporli comunque, anche se irricevibili, per prendere
qualche voto in più. È il teatrino della politica, ma facciamo in
modo che non diventi un circo". Con Serena Pellegrino (Avs) a
prendere le difese della collega di Opposizione: "I suggerimenti
di Soprintendenza e Italia Nostra vanno tenuti in considerazione
e non vanno interpretati come lacci e lacciuoli".
Molto critico anche Furio Honsell, convinto che in alcuni
passaggi "si dica una cosa e poi la si neghi, disorientando chi
legge". Il consigliere di Open Sinistra Fvg, pur apprezzando
"l'atteggiamento dialogante dell'assessore e della Direzione", ha
invitato la Giunta a "una maggiore fermezza", a costo di farsi
impugnare la norma dal Governo.
Il dem Andrea Carli - che sarà relatore di minoranza del
provvedimento accanto a Pellegrino e Massolino - ha posto
l'accento sull'importanza di fissare in modo chiaro la distanza
degli impianti dai centri abitati, accettando poi di ritirare
alcuni emendamenti in attesa di un esame più approfondito da
parte della Giunta.
Dal capogruppo di Fedriga presidente, Mauro Di Bert, è arrivata
la proposta di integrare le compensazioni già previste dalla
Giunta con ulteriori benefici per "quei territori che sopportano
di più il peso degli impianti a fonti rinnovabili". Ad esempio
garantendo "a cittadini e imprese uno sconto sul pagamento della
bolletta elettrica. Perché il territorio non è tutto uguale e ci
sono comuni - ha concluso l'esponente di Maggioranza - che
dovrebbero avere un trattamento diverso dagli altri". Uno spunto
considerato "condivisibile" dal dem Carli.
Nelle dichiarazioni di voto, Capozzi ha ribadito "che il tema è
importantissimo, ma il ddl presenta troppe criticità". Sulla
stessa linea Pellegrino, che ha parlato di "una norma non
esaustiva", invitando la Giunta a un'azione più incisiva contro
"chi punta solo al suo business economico". Nel preannunciare
l'astensione del Pd, Carli ha invocato "maggiore attenzione al
tema delle altre energie rinnovabili e non solo del
fotovoltaico", mentre Giulia Massolino (Patto-Civica), ha
osservato che "se il fotovoltaico prolifera è un bene, però
bisogna vedere come e dove. Presenteremo una serie di emendamenti
e ordini del giorno in Aula, intanto ci asteniamo".
Positivo il giudizio dei consiglieri di Centrodestra che saranno
relatori di maggioranza. Il già citato Di Bert ha osservato che
"questa è una materia complessa e non si può disciplinare ogni
fattispecie. Mi fa piacere l'apertura del Pd, spero si arrivi a
un'ampia condivisione in Aula". Sulla stessa linea Lucia Buna
(Lega), che si è detta "basita dalle affermazioni dei consiglieri
di Opposizione, a fronte della grande disponibilità
dell'assessore. Approviamo il ddl in tempi maturi, non siamo
affatto in ritardo".
Secondo Michele Lobianco (Forza Italia) "questa norma coniuga la
salvaguardia del nostro territorio con le previsioni delle leggi
europee e nazionali, con un insieme di pesi e contrappesi". "È la
migliore sintesi normativa che in questo momento si potesse fare
- ha aggiunto Igor Treleani di Fratelli d'Italia - e nel corso
del dibattito abbiamo capito che se i buoi sono scappati non è
certo colpa dell'assessore o della Regione".
Chiamato più volte in causa, Scoccimarro ha ribadito di essere
"tra i più estremi nella volontà di limitare il proliferare di
impianti fotovoltaici" ma al contempo di "non poter sottovalutare
il tema degli investimenti in quelle aree, che ci obbliga ada
bbinare la volontà politica con le norme che tutelano gli
imprenditori".
Rapida, infine, la discussione sulla petizione proposta dai
cittadini di Romans d'Isonzo, sempre sul tema degli impianti
fotovoltaici "in prossimità di aree residenziali e abitative": è
stata approvata con i voti del solo Centrodestra una proposta di
risoluzione, con Scoccimarro che ha parlato "di una petizione
superata in quanto di fatto l'abbiamo già recepita". Una
valutazione respinta dalle Opposizioni, che hanno viceversa
espresso voto contrario.
ACON/FA-fc