Salute: Riccardi, cardiologia resta a Gorizia e Monfalcone

L'assessore lo ha confermato intervenendo a Gorizia assieme al sindaco del capoluogo isontino Gorizia, 20 feb - "Venerdì sottoporrò alla Giunta regionale un provvedimento che, come annunciato già a gennaio, mantiene la presenza della cardiologia sia a Gorizia sia a Monfalcone. Inoltre, entro l'anno, l'Asugi avanzerà una proposta relativa alla collocazione dell'Unità di terapia intensiva cardiologica nel rispetto degli standard imposti dalla Decreto ministeriale 70 del 2015, che fissa sulla base di evidenze scientifiche a 150mila persone il bacino minimo d'utenti per ogni Utic". Lo ha dichiarato oggi a Gorizia l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, intervenuto assieme al sindaco del capoluogo isontino Rodolfo Ziberna, evidenziando che "il Dm 70 è un provvedimento assunto dal governo Renzi, sostenuto da una maggioranza parlamentare della quale all'epoca faceva parte anche l'allora senatrice Fasiolo, che oggi attacca pesantemente chi è chiamato ad applicare quella direttiva. Una situazione perlomeno bizzarra, soprattutto se si tiene conto anche della Delibera 2.673 del 30 dicembre 2014 approvata dalla Giunta Serracchiani che stabilisce la necessità di una Utic per l'isontino e il suo collocamento a Monfalcone. Inoltre, voglio ricordare a chi accusa quest'Amministrazione di penalizzare Gorizia, che la Giunta Fedriga ha investito 53 milioni di euro sul capoluogo isontino contro 1,8 milioni della Giunta Serracchiani". L'assessore ha quindi ricordato che "oggi si tiene la prima riunione di coordinamento della Rete oncologica regionale, alla quale parteciperanno anche i chirurghi. È un passo importante verso una nuova stagione del servizio sanitario regionale: occorre guardare alla complessità e non alla singola parte, alla specialità. Si tratta di un'operazione che verrà portata avanti gradualmente ma che rappresenta l'unica direzione possibile per assicurare la sostenibilità del sistema sanitario. L'attuale modello di salute è infatti in ritardo sui tempi e dobbiamo rivederlo per dare risposte agli attuali, e futuri, bisogni della popolazione e non a quelli di trent'anni fa. Chi oggi è chiamato a governare si sta assumendo quindi tale responsabilità, tenendo la barra dritta sulla garanzia costituita dai Livelli essenziali di assistenza. Dobbiamo guardare alla complessità, con percorsi distribuiti sul territorio, per dare risposte all'acuzie e garantire assistenza territoriale sulla cronicità". ARC/MA/al