(ACON) Trieste, 14 feb - "Il suicidio medicalmente assistito è
ormai una realtà in Italia, anche in assenza di una legge
nazionale o regionale. L'ultimo caso avvenuto in Lombardia, il
sesto a livello nazionale, lo conferma. Una cinquantenne affetta
da sclerosi multipla progressiva ha potuto accedere al farmaco
letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, nel rispetto dei
criteri stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale.
Tuttavia, l'iter ha richiesto nove mesi, evidenziando ancora una
volta le difficoltà burocratiche e i tempi incerti che gravano su
chi chiede di poter porre fine alle proprie sofferenze".
Lo fa sapere, in una nota, il consigliere regionale del Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg Enrico Bullian.
"Questo caso dimostra che, anche in assenza di una legge, il
suicidio medicalmente assistito può essere garantito. Tuttavia -
prosegue Bullian -, senza un quadro normativo chiaro, ogni
richiesta si trasforma in un percorso ad ostacoli, con tempi
lunghi e incertezze che non fanno altro che aumentare la
sofferenza dei malati. In Friuli Venezia Giulia la Maggioranza di
Centrodestra ha bocciato la proposta di legge di iniziativa
popolare 'Liberi Subito', sostenuta da oltre 8mila cittadini, che
avrebbe permesso di stabilire procedure certe e tempi definiti,
evitando a chi ne fa richiesta lunghi mesi di attesa e inutili
sofferenze".
"Ancora più grave è il fatto che spesso, per ottenere l'accesso
al suicidio assistito, i malati siano costretti a ricorrere alla
magistratura, in un percorso lungo e doloroso che scarica sulle
persone più fragili il peso dell'assenza di una legge. È indegno
di uno Stato di diritto che i cittadini debbano rivolgersi ai
tribunali per vedere riconosciuto un diritto già sancito dalla
Corte Costituzionale", sottolinea l'esponente del Centrosinistra.
"In assenza di una normativa nazionale, alcune regioni stanno
cercando di intervenire per regolamentare il percorso di accesso
al suicidio assistito. La Toscana - ricorda il consigliere delle
Opposizioni - è stata la prima ad approvare una legge regionale,
mentre in Veneto il presidente Zaia sta procedendo con un
regolamento, cercando di dare risposte concrete ai cittadini".
"In Friuli Venezia Giulia, invece, la politica continua a
nascondersi dietro le scuse, nonostante sia evidente che il
diritto alla scelta nel fine vita è ormai una realtà. Chi governa
oggi si assume la responsabilità di costringere le persone a
lunghi e incerti iter burocratici, mentre altre regioni
dimostrano che soluzioni esistono", conclude la nota.
ACON/COM/mv