(ACON) Trieste, 13 feb - "È necessario realizzare in fretta lo
studio e il monitoraggio dell'impatto sulla salute umana e
sull'ambiente delle nuove infrastrutture e reti 5G, al fine di
garantire e tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini,
preoccupati per il proliferare di antenne anche vicino alle
proprie abitazioni".
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale del Movimento 5
Stelle Rosaria Capozzi che, attraverso una mozione depositata
negli uffici dell'Assemblea legislativa del Friuli Venezia
Giulia, auspica al tempo stesso "il finanziamento per consentire,
a tal fine, la collaborazione con l'Agenzia regionale per la
Protezione dell'ambiente (Arpa) e le Aziende del Sistema
sanitario regionale".
"Sono numerosi gli studi che consentono di rassicurare sull'uso
del 5G, ma sono ancora molti anche gli elementi da approfondire.
A partire dal sommarsi di campi elettromagnetici in presenza dei
vecchi segnali: 3G, 4G, Umts e tutti quelli che sono ancora
attivi. Siamo convinti - continua Capozzi facendo riferimento ai
contenuti della sua istanza dal titolo 'Studiare le conseguenze
della telefonia mobile sulla salute e sull'ambiente' - della
necessità di approfondire il tema in maniera esauriente per
informare e rassicurare definitivamente i nostri cittadini,
escludendo possibili ricadute su di loro e i territori che li
circondano, prima che vengano approvate nuove antenne".
"Partendo dai contenuti del Codice europeo delle comunicazioni
elettroniche, emesso con l'obiettivo di sviluppare le
infrastrutture di rete a banda larga, compresa la rete mobile e
il 5G, siamo consapevoli - precisa la consigliera delle
Opposizioni - che sarà necessario modificare e/o migliorare le
infrastrutture attraverso un sistema di monitoraggio che
comprenda non solo le reti nuove, ma anche il sistema globale di
reti e campi elettromagnetici preesistente".
"Va ricordato che, nel 2023, una legge nazionale ha innalzato il
limite di emissione delle antenne Srb dagli attuali 6V/m a 15V/m,
mentre già dieci anni prima - dettaglia la rappresentante del
Movimento 5 Stelle - l'Agenzia internazionale per la Ricerca sul
cancro (Iarc) aveva definito i campi elettromagnetici a
radiofrequenze come possibili agenti cancerogeni per gli effetti
sui tumori della testa legati all'uso prolungato del cellulare.
Inoltre, altre verifiche scientifiche avevano in seguito
riguardato con risultati contrastanti anche le stazioni radiobase
(Srb)".
"Su queste basi, e con il crescente utilizzo di tali nuove
tecnologie, paiono perciò legittime le preoccupazioni dei
cittadini rispetto alle ulteriori emissioni del 5G, combinate ad
altre forme elettromagnetiche, che ora - sottolinea la
pentastellata - rendono necessari studi condotti da enti terzi
all'Amministrazione regionale all'insegna della trasparenza e
della piena accessibilità delle informazioni alla comunità.
Soprattutto in caso dell'installazione di nuove antenne vicino a
scuole, ospedali e aree residenziali".
"Condividendo quanto espresso dal Comitato economico e sociale
europeo (Cese), ovvero che 'nel nuovo contesto di
iperdigitalizzazione, iperautomazione e iperconnettività favorito
dall'introduzione del 5G, bisognerà aggiornare i meccanismi
istituzionali volti a tutelare tutti i diritti umani', ricordiamo
anche che il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea
(Tfue) prevede che in caso di pericoli, anche solo potenziali,
debba essere assicurato un alto livello di protezione", conclude
la nota.
ACON/COM/mv