(ACON) Trieste, 11 feb - "Nessun dubbio e nessuna preclusione,
da parte nostra, riguardo l'importanza della transizione
energetica. Tuttavia, per tendere verso quell'auspicabile
direzione, non ci si può orientare verso provvedimenti e azioni
che possono andare a danno del paesaggio del nostro territorio e
dei beni tutelati".
Lo rimarca, in una nota, la consigliera regionale Rosaria Capozzi
(Movimento 5 Stelle), prendendo la parola alla luce degli odierni
lavori che hanno impegnato la IV Commissione permanente davanti
alla quale è stato illustrato il disegno di legge di ispirazione
giuntale "Norme per l'installazione di impianti a fonti
rinnovabili". Un lavoro, evidenzia, che "potrebbe ancora essere
annullato da una sentenza del Tar del Lazio".
"Restiamo convinti - aggiunge l'esponente pentastellata, facendo
riferimento ai temi emersi anche attraverso le audizioni dei
portatori di interesse legati ai contenuti del ddl 38 - della
necessità di privilegiare le coperture degli edifici, i parcheggi
oppure i siti oggetto di bonifica, le cave, le discariche e, più
in generale, le aree degradate".
"La necessità, da sempre avvertita ma sempre disattesa, è quella
- precisa Capozzi - di pervenire a una regolamentazione.
L'inerzia della Giunta regionale, invece, ha di fatto causato il
Far West nelle nostre campagne. Questo, purtroppo, solo per
ricordare a tutti chi sta causando la proliferazione di campi
fotovoltaici, chi è in un leggero ritardo di soli 14 anni, chi
non ha voluto porre un freno alle autorizzazioni tre anni fa e
chi lo fa solamente oggi, quando le pratiche per riempire la
nostra pianura sono ormai ben avanzate. Una grave inerzia
oggettiva che ha portato, solo negli ultimi 2 anni e mezzo, alla
richiesta di installare campi fotovoltaici per 2000 ettari
complessivi e 1700 Mw di potenza installabili. Una follia che,
proprio in questi mesi, sta esprimendo un'ulteriore escalation
con un aumento del 200% nel primo mese dell'anno".
"Sono ormai numerosi - sottolinea la rappresentante del M5S - gli
esempi di impianti non voluti dai cittadini, compresi quelli
portati in aula dai sindaci del territorio regionale. La nostra
Regione, infatti, dovrebbe realizzare impianti per 1900 Mw dal 1
dicembre 2022 fino al 2030, ma ne ha già installati 652 Mw.
Questo ddl, se approvato così come proposto e comunque privo di
efficacia retroattiva, non impedirà pertanto la costruzione dei
vecchi impianti, mentre è discutibile anche la sua efficacia
riguardo i nuovi impianti. È proprio quanto emerge dalle varie
storture rilevate, dalle criticità inerenti le connessioni
elettriche o, ancora, dalla questione di un impianto che insiste
contemporaneamente su un'area idonea e inidonea, benché la
disciplina prevalente per la sua realizzazione sia quella degli
impianti nelle aree idonee".
"Tante - ribadisce ancora Capozzi - anche le contraddizioni
presenti nel testo e nelle intenzioni. Come quella relativa agli
impianti fotovoltaici nelle aree classificate agricole, di
potenza superiore a 12 Mw, alle quali deve essere asservita una
superfice agricola pari a nove volte la superficie occupata
dall'impianto. Una norma condivisibile, ovviamente, ma parliamo
di impianti di fatto vietati per legge su aree agricole e, in
ogni caso, troppo grandi rispetto alla proliferazione, tant'è che
su 14360 impianti installati nel 2024 solo 4 hanno una potenza
superiore a 10Mw. Sono una novantina le realtà in essere con una
capacità tra 1 e 10 Mw, non a caso proprio quelle più avversate
anche dai cittadini perché, essendo le più piccole, sono anche le
più prossime ai centri abitati".
"Un'ultima criticità riguarda l'idea di semplificazione -
conclude la consigliera pentastellata - che porterà alla nascita
di ben due mappe: una per l'individuazione delle aree idonee
(nella quale ci sarà anche una parte delle aree non idonee);
l'altra delle aree non idonee. Elaborazioni da compiersi entro 12
mesi dall'entrata in vigore della presente legge, al netto,
allungando i tempi di un ulteriore anno al quale dovrà essere
aggiunta l'ulteriore tempistica necessaria per il recepimento
negli strumenti urbanistici da parte dei Comuni. Non mancheranno
- questa l'assicurazione conclusiva - le nostre proposte per
correggere e rendere più efficiente questo disegno di legge".
ACON/COM/fa