(ACON) Trieste, 11 feb - "La lunga discussione cominciata oggi
sul ddl 38 intitolato Norme per l'installazione di impianti a
fonti rinnovabili sul territorio regionale produce una zona
grigia che permarrà fino al varo della legge e delle linee guida
che individueranno le aree del territorio regionale non idonee ad
essere ricoperte da immensi distese di pannelli fotovoltaici. In
questa zona grigia temo che i proponenti di abomini come
l'installazione di fotovoltaico a ridosso di Aquileia o fin nel
centro abitato di Romans d'Isonzo si daranno da fare per
completare celermente i procedimenti, prima che si riesca ad
impedirglielo. Quindi è necessario impegnarsi per completare
l'iter legislativo, le linee guida e le cartografie: non vorrei
che domani qualcuno proponga un impianto ad anello attorno alle
mura di Palmanova. E nemmeno che sia risolto malamente, ad
esempio riportando alla ribalta il nucleare, il groviglio in cui
ci troviamo: tra fotovoltaico e agri-voltaico, speculazioni che
approfittano con successo della necessaria e sacrosanta
decarbonizzazione, Comuni indifesi a proteggere il territorio,
cittadini giustamente in rivolta, patrimoni culturali e
paesaggistici a rischio, suolo sacrificato, infrastrutture di
trasporto e reti di distribuzione inadeguate all'aumento di
produzione da fotovoltaico, prezzi dell'energia alle stelle".
Lo dichiara in una nota la consigliera Serena Pellegrino,
esponente di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale
nonché vicepresidente della IV Commissione, commentando
l'audizione odierna sul ddl 38.
La consigliera avverte: "La principale misura con cui si rischia
di ragionare attorno a questo disegno di legge è la quantità, e
in base a questo criterio finora si accetta che i progetti
ottimizzino la produzione e riducano quanto più possibile gli
investimenti necessari".
"Dobbiamo invece - suggerisce - concentrarci sulla qualità,
innervare anche l'articolato legislativo con disposizioni che ci
consentano una produzione di energia rinnovabile di qualità. Così
eviteremo le trappole del finto agrivoltaico, fermeremo le
violenze sull'ambiente e sulla risorsa suolo, tuteleremo il
territorio agricolo e le comunità che ci vivono e lavorano, il
patrimonio culturale e paesaggistico, l'ambiente".
"Resta fermo che la caccia degli industriali dell'energia ad
ulteriori porzioni di suolo - conclude Pellegrino - deve essere
con fermezza dirottata ai terreni già antropizzati, alle aree
industriali dismesse, ai tetti degli stabilimenti industriali".
ACON/COM/fa