(ACON) Trieste, 11 feb - La IV Commissione, presieduta da
Alberto Budai (Lega), ha ascoltato oggi in aula i portatori
d'interesse in merito al ddl 38 "Norme per l'installazione di
impianti a fonti rinnovabili sul territorio regionale". Presente
in aula anche l'assessore regionale alla difesa dell'Ambiente e
all'Energia, Fabio Scoccimarro.
Le audizioni degli stakeholder si sono focalizzate sulle
problematiche dello stato delle reti, sul consumo di suolo, sulla
conservazione dell'ambiente e tutela dei siti storico-artistici,
temi che sono in discussione proprio in questi giorni a livello
nazionale. Positivo il giudizio sul ddl della maggior parte degli
intervenuti, con l'eccezione dei sindacati degli agricoltori e di
alcune componenti ambientaliste.
Di sicurezza della rete e necessità di maggior sinergia tra le
parti coinvolte nel processo di implementazione degli impianti ha
parlato il rappresentante di Acegas Aps, con un focus sulla
capacità di interconnessione tra le reti non soltanto per
l'energia elettrica ma anche per il biometano, con incrementi
nella capacità di acquisizione dell'energia. Plauso per il ddl è
giunto dal presidente del Cal, Giorgio Baiutti, che ha
sottolineato la necessità dell'intervento normativo "per azioni
puntuali, alla luce delle numerose richieste di nuovi impianti".
I sindaci intervenuti hanno descritto le difficoltà ad
interfacciarsi con le richieste dei grandi produttori, chiedendo
attenzione sui sistemi di stoccaggio, sulle percentuali di aree
interessate dagli interventi e sulla tutela di quelle di
interesse storico archeologico, come nel caso di Aquileia, su cui
si è espressa anche la Fondazione omonima e la Soprintendenza ai
beni culturali, unite nel richiedere una puntuale analisi di
idoneità delle zone, in caso di siti protetti dall'Unesco.
Furio Honsell (Open), Rosaria Capozzi (M5S) e Roberto Novelli
(FI) hanno quindi chiesto chiarimenti sulle carenze nella rete di
distribuzione e su eventuali criticità nelle connessioni, mentre
da parte di Andrea Carli (Pd) sono giunte richieste in merito
alle misure riguardanti le misure per il biometano. Critico sui
contenuti del ddl Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) secondo il
quale "siamo in presenza di attività speculative per l'uso del
territorio: se questa norma è una zeppa alla speculazione, allora
dobbiamo intervenire in modo puntuale, rafforzando i vincoli".
Dubbi sul consumo di suolo e sulle ricadute negative a seguito
dello smantellamento degli impianti sono stati espressi da Enrico
Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg). Il collega di gruppo
Marco Putto ha invece rivolto un quesito sulle Comunità
energetiche rinnovabili (Cer) e sulle tutele previste dalla norma
nell'eventualità del venir meno della loro esistenza su un'area
soggetta ad interventi. Il capogruppo Massimo Moretuzzo ha
chiesto chiarimenti sulla criticità di infrastrutture e cabine
primarie. Francesco Martines (Pd) ha parlato di infrastrutture e
autorizzazioni già in itinere, per comprendere meglio quale sarà
l'impatto delle nuove regole.
Secondo Capozzi il M5S "è attento alla transizione ecologica ma
non al sacrificio dei territori. La Regione poteva fare di più:
l'inerzia della Giunta ha portato al Far West nei nostri campi".
Riservandosi di presentare proposte emendative in sede di
dibattito, Capozzi ha apprezzato la parte del ddl sul dibattito
pubblico ma non i tempi da dedicare alla cartografia e alla
mappatura dei territori.
Per Massimiliano Pozzo (Pd) si tratta di "una legge tardiva: gli
impianti si sono già diffusi. Potevamo tenere insieme energia
pulita e territorio, per favorire le aziende agricole con
l'agrivoltaico". Ha sottolineato l'importanza del momento
partecipativo Laura Fasiolo (Pd): "C'è un grande problema di
possibile speculazione - ha continuato la dem - invito
l'assessore a interfacciarsi con Roma per procedere meglio". La
collega di partito Manuela Celotti ha lamentato l'assenza degli
enti locali nel lavoro di redazione della norma, e in merito alla
cartografia ha chiesto che "si tenga conto delle tutele
territoriali definite dai Comuni".
"Abbiamo sentito dalla voce degli auditi - ha detto Serena
Pellegrino di Avs - le preoccupazioni per situazioni in cui ci
sono interessi di agricoltori, ambientalisti, produttori di
energia. Troppe volte noi ambientalisti abbiamo cercato di
risolvere problematiche che poi sono state governate in altre
direzioni".
"Ci devono essere linee guida chiare per quanto riguarda la
norma", secondo Markus Maurmair (FdI), che ha toccato il tema
dell'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti nei centri
storici, sottolineando il ruolo dei Comuni. Igor Treleani (FdI) e
la collega di Maggioranza Lucia Buna (Lega) hanno respinto al
mittente le accuse di lentezza di intervento normativo denunciate
in aula dalle Opposizioni. "La battaglia è persa perché siamo in
Europa e non c'è interesse per le diverse peculiarità dei
territori. Abbiamo poco spazio di manovra" ha detto Treleani. Per
Buna "non siamo in ritardo, perché la nostra azione è stata
subordinata al decreto ministeriale".
Auspica un dibattito costruttivo in Aula l'assessore Scoccimarro
che nella sua replica ha definito alcuni passaggi del confronto
in Commissione "un circo". Scoccimarro ha detto di non essere "un
grande estimatore del fotovoltaico o agrivoltaico, ma siamo in
Europa e dobbiamo seguire le normative". Rispondendo a Honsell ha
rimarcato che "non favoriamo alcun speculatore".
"Si tratta di norme da promulgare in base a quanto richiesto
dalla legge nazionale" ha risposto la direzione centrale
dell'Ambiente rassicurando sul coinvolgimento delle parti e
l'attenzione sui temi delle reti e delle infrastrutture: "Stiamo
già lavorando per la definizione del testo unico sulle fonti
rinnovabili, che prevede un maggior coinvolgimento dei Comuni".
Sono giunti infine chiarimenti sul percorso autorizzativo e
sull'inizio dei tavoli tecnici sulle reti e la redazione di
protocolli di intesa con i portatori di interesse.
ACON/MV-fa