NIQAB. CALLIGARIS (LEGA): PROGETTO DI LEGGE FVG PER DIVIETO

(ACON) Trieste, 10 feb - "Abbiamo depositato in Consiglio regionale un progetto di legge nazionale per vietare l'utilizzo del velo integrale in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico". Lo fa sapere in una nota Antonio Calligaris, capogruppo di Lega Fvg in Consiglio regionale. "Con questo strumento - spiega Calligaris -, previsto dai nostri regolamenti, il Consiglio regionale può approvare un testo che diventa una vera e propria proposta di legge di modifica della norma nazionale che si affianca e rafforza quella già depositata dell'Onoervole Igor Iezzi della Lega. La modifica della legge del 1975 è necessaria, e i casi di questi giorni lo dimostrano, per colmare un vuoto legislativo e un'incertezza interpretativa dovuta a una sentenza del Consiglio di Stato sul 'giustificato motivo'. Riteniamo essenziale intervenire sulla norma nazionale per un divieto in tutti i luoghi pubblici". "La nostra norma - prosegue l'esponente del Carroccio - riprende la proposta Iezzi integrandola in alcuni punti, in particolare si introduce il concetto di divieto di tutti gli indumenti o accessori, indipendentemente dalla loro eventuale origine etnica, religiosa o di moda, atti a non consentire il riconoscimento o l'identificazione della persona. Questo, innanzitutto, per evitare espedienti che consentano di aggirare il divieto come l'utilizzo congiunto ingiustificato di velo, occhiali da sole e mascherine". "Cerchiamo di essere aderenti, per quanto possibile, al dettato normativo di Francia e Belgio - spiega ancora il capogruppo della Lega -, le cui norme sono state convalidate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Secondo i giudici europei, infatti, il volto dell'individuo deve restare scoperto non solo per ragioni di sicurezza pubblica, ma soprattutto per consentire alla donna di interagire con la società perché 'la barriera eretta contro gli altri da un velo che nasconde il volto potrebbe minare la nozione del vivere insieme'". "Prevediamo, inoltre, di inasprire le sanzioni, con aumenti della pena nei casi di violenza, minaccia o abuso di autorità che produca un grave stato di ansia o di paura nella persona"- conclude Calligaris. ACON/COM/sm