ENTI LOCALI: SEGANTI, NEL 2011 CONSIGLI PROVINCIALI RIDOTTI

Trieste, 08 giu - Dal punto di vista pratico, il dato più eclatante è che i consigli provinciali perderanno il 20 per cento dei consiglieri (da 24 passeranno a 19) e quello meno evidente, ma altrettanto importante, è che "andremo a ridisegnare di conseguenza i collegi elettorali e ciascun collegio esprimerà un rappresentante in relazione all'attuale sistema elettorale. Ciò non avrà però particolari conseguenze, dal momento che già ora, come dimostrano i risultati delle ultime elezioni, non tutti i collegi sono rappresentati in Consiglio provinciale". Così l'assessore regionale alle Autonomie locali, Federica Seganti, ha confermato questa mattina, nel corso dell'incontro a Trieste con i rappresentanti della Provincia di Gorizia e di Trieste e con i sindaci dei rispettivi territori, l'impegno della Regione nell'applicare, anche in Friuli Venezia Giulia, le normative nazionali che modificano l'ordinamento degli enti locali in un'ottica di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica. Le Province di Gorizia e Trieste sono le prime, in vista delle elezione del 2011, a doversi adeguare. "Era dunque tempo di iniziare un percorso che, per quanto riguarda la ridefinizione dei collegi, compete alla Regione", ha detto l'assessore, sottolineando che l'applicazione della norma nazionale in Friuli Venezia Giulia si deve, tra l'altro, al fatto che "qui non è mai stato emesso alcun provvedimento legislativo sulla composizione dei consigli provinciali o sul numero degli assessori provinciali e comunali". Posto che il riferimento per il riordino dei collegi saranno i dati demografici evidenziati dall'Istat al 31 dicembre 2009, l'iter avviato oggi si concluderà il 30 novembre prossimo, con la stesura della nuova tabella delle circoscrizioni dei collegi provinciali. I collegi dovranno avere una popolazione che si aggiri attorno a quelle del collegio medio (si divide il numero degli abitanti della Provincia per il numero dei collegi) e quattro sono gli scenari che si prefigurano secondo l'assessore: il sovrapporsi di Comune e collegio elettorale (che non crea problemi), la necessità di rivedere il numero dei collegi nei Comuni più grandi, quella di valutare la situazione in cui un Comune appartiene a due collegi diversi e quella di accorpare più Comuni nell'ambito di uno stesso collegio. Tutte azioni in cui gli uffici della Regione "collaboreranno con le Amministrazioni locali - ha assicurato l'assessore - e verranno valutate le esigenze connesse con il rispetto delle singole autonomie e la salvaguardia, ad esempio, delle minoranze linguistiche". La proposta di cogliere l'occasione per l'avvio di una stagione di riforme che porti ad un'effettiva semplificazione dell'amministrazione pubblica è stata fatta dagli stessi sindaci, assieme a quella di arrivare ad un contenimento della spesa attraverso la riduzione delle indennità, piuttosto che del numero dei consiglieri provinciali. Di fatto, considerato che entro giugno la Regione chiederà a tutti i Comuni di formulare una proposta di revisione relativa al proprio territorio, la ridefinizione complessiva dei collegi sarà approvata in via preliminare dalla Giunta regionale e quindi sottoposta alle Province per il parere di competenza. Tra i criteri da adottare per la revisione dei collegi sono già stati fissati quelli dell'integrità territoriale e della contiguità dei Comuni, dell'omogeneità strutturale e, per i collegi urbani, dell'ampiezza demografica, della struttura economica sociale, delle caratteristiche topografiche e delle eventuali ripartizioni in quartieri e rioni. ARC/LVZ