Questo pomeriggio l'inaugurazione a Villa Manin
Codroipo, 7 feb - "Il nostro impegno per Villa Manin è quello
di trasformare la splendida dimora dell'ultimo doge di Venezia in
spazio di confronto, elaborazione e produzione dell'arte, e di
esibizione delle creazioni artistiche, di oggi e di ieri: un
prestigioso contenitore che diventa eclettico, per dare forma
concreta al nuovo concetto di confine che vogliamo comunicare,
non più limite, ostruzione e divieto, ma contaminazione, apertura
e amicizia. Opportunità. Perché questo è il Friuli Venezia
Giulia: una terra ricchissima, al centro dell'Europa, che diventa
bandiera della cultura europea, forte delle sue peculiarità,
uniche".
Sono le parole del vicegovernatore e assessore alla Cultura del
Friuli Venezia Giulia, Mario Anzil, intervenuto questo
pomeriggio, negli spazi di Villa Manin, a Passariano, in comune
di Codroipo, alla vernice della mostra "Scooter Italia
1945-1970". La retrospettiva, organizzata dall'Ente regionale per
il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia (Erpac), in
seno al cartellone di Go!2025&Friends, è stata curata da Paolo
Capuzzo.
"Villa Manin è spazio ideale per rassegne ed eventi che
raccontano il nostro territorio, la sua più intima personalità -
ha sottolineato Anzil -: è questo che avevamo ben chiaro quando,
allontanandoci dalla dimora di Passariano per farci ispirare dal
paesaggio circostante, abbiamo incontrato, passeggiando tra case,
strade e piazze, un artista dei motori, Vinicio Fabbro, classe
1936. Lo abbiamo trovato tra Rivignano e Teor, nella sua
officina, e ci ha conquistato con la sua conoscenza, la sua
passione e la sua semplicità. Con lui, con gli amici della
collezione di moto d'epoca Nigris di Mereto di Tomba e con altri
appassionati, si è concretizzato così questo percorso, supportato
fattivamente da Erpac e Villa Manin".
"La rassegna rientra in quelle che celebrano la voglia di tornare
a vivere, di gioire e di muoversi che ha caratterizzato il
secondo dopoguerra in Italia, attraverso l'immagine iconica dello
scooter, dalla Vespa al Garelli. Erano le due ruote accessibili,
che hanno risollevato il Paese non solo sotto il profilo
economico ma anche del morale: se chiudiamo gli occhi, oggi,
nelle sale di Villa Manin, tra le ardite prospettive degli
affreschi e le linee sinuose della Lambretta, possiamo fare
l'esperienza della felicità" ha aggiunto Anzil.
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