(ACON) Trieste, 6 feb - "La Cimpello-Gemona è utile solo per chi
fa utili, senza alcuna ricaduta sociale. Negli anni siamo passati
dal monopolio di Stato al monopolio di privati e, per quelli che
gioivano per questo passaggio storico, vorrei ricordare che,
mentre il primo poteva essere gestito e controllato, l'altro
rimane un corpo a sè stante i cui interessi sono di una parte e
non hanno certamente ricadute sociali".
Così, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino,
(Alleanza Verdi e Sinistra), a margine della discussione in II
Commissione sul regolamento concernente le misure, i criteri e le
modalità per la concessione di contributi alle attività
produttive in Regione.
"Oggi la crisi mondiale delle politiche industriali sta mettendo
in ginocchio il nostro ovattato mondo dorato di un'Europa a
trazione tedesca, in grossa difficoltà. La forza e l'abilità
italiana - continua Pellegrino - è dettata in massima parte da
quella espressa dalla piccola e media industria, maggiormente
flessibile e più malleabile e resiliente di un modello economico
in crisi e dettato da politiche industriali fortemente
criticabili almeno degli ultimi anni".
"Il Green Deal europeo - incalza l'esponente di Opposizione - è
una strategia di crescita promossa dall'Ue che mi trova in una
posizione fortemente critica, non certo per la prima parola, ma
per la seconda che rimanda a un modello industriale ormai
obsoleto che sta mostrando tutte le sue vetustà. L'ambiente e
l'economia industriale non possono più viaggiare su due binari
paralleli. Il cambio di rotta deve essere radicale e quando si
parla di industria green bisogna avere il coraggio di dire che
non può essere una fogliolina verde nell'albero marrone
dell'industria".
"Dal momento che da più parti arriva l'informazione che la
realizzazione del terzo tracciato est-ovest della regione, che
collegherà Gemona a Cimpello, è un'esigenza imprescindibile
dell'industria pordenonese, ho voluto chiedere al direttore del
del Nip di Maniago se questo è vero. La risposta è stata tanto
chiara quanto esaustiva: il direttore ha detto che su questo
argomento non ha nulla da dire e che la cosa non riguarda il
Consorzio. Come dire che - conclude Pellegrino -, per l'ennesima
volta, le opere si fanno più per chi le deve costruire che per
chi le deve utilizzare. O peggio, in questo caso la regione
diventa territorio di transito che cede terreno per non godere
dei benefici".
ACON/COM/sm