LOGISTICA. MARTINES (PD): NO A POLO PORPETTO, SI TROVI ALTERNATIVA

(ACON) Trieste, 4 feb - "Un mega polo logistico a Porpetto che consumi altro suolo va evitato in tutti i modi possibili: è necessario lavorare alle ipotesi alternative che sicuramente ci sono, riqualificando siti dismessi". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Francesco Martines (Pd) commentando la notizia del progetto di una piattaforma logistica a Porpetto. "Il consigliere Budai fa bene a portare in Commissione il problema del paventato polo logistico da 300mila metri quadri (per una cubatura complessiva di 3 milioni di metri cubi) previsto a Porpetto, che rappresenta un volume dieci volte superiore a tutte le case del Comune". In un contesto in cui, attraverso l'impostazione di nuove normative e discussioni sulla prima variante al Piano di governo del territorio (Pgt) si sta ragionando in termini di processi di sviluppo nella direzione della sostenibilità ambientale, della resilienza territoriale, della neutralità climatica e quindi della ricerca di strumenti di rigenerazione territoriale che porteranno a un governo del territorio sostenibile e, soprattutto, senza consumo di suolo, continua Martines, "non riesco a immaginare che si possa insediare in un'area di fatto già fortemente urbanizzata e ricca di grandi infrastrutture una nuova struttura di dimensioni imponenti, impattanti e sproporzionate rispetto al contesto urbanistico dell'area. È una scelta devastante sulla quale dovrà sicuramente essere fatta una variante urbanistica, che non può rimanere una decisione isolata del Comune interessato, ma dovrà trovare una concertazione e condivisione con i Comuni vicini". In particolar modo, prosegue l'esponente dem, "la Regione dovrà esprimersi su nuove norme urbanistiche deliberate opportunamente dal Comune, che sicuramente vanno in contraddizione con gli annunci che recentemente l'assessore competente ha fatto, illustrandoli nelle due riunioni di presentazione del Pgt. Se si vogliono creare posti di lavoro ed economia per la regione, si pensi alle diverse aree industriali con una considerevole quantità di capannoni sfitti e spazi inutilizzati in zone industriali, come l'Aussa Corno o l'interporto di Cervignano, gestite o partecipate dal pubblico". In questo modo, conclude Martines, "si avrebbe un'interlocuzione tra il privato investitore e i soggetti gestori pubblici che devono ragionare in termini di strategia di lungo periodo che creino redditi e occupazione con il minore impatto ambientale". ACON/COM/fa