STATUTO FVG. OK A MAGGIORANZA MOZIONE DI BERT. OPPOSIZIONI: TESTO VAGO

(ACON) Trieste, 3 feb - Dare il via alla riforma dello Statuto di autonomia, che ha più di 60 anni ed è nato in un contesto sociale molto diverso dall'attuale. È questo l'obiettivo politico di fondo della mozione presentata da Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente, approvata a maggioranza dal Consiglio regionale con il "no" dei consiglieri del gruppo Misto e la scelta del resto dell'Opposizione - Pd e Patto per l'autonomia-Civica Fvg - di non partecipare al voto. Il testo prende spunto dalla storia dell'autonomia del Friuli Venezia Giulia per impegnare la Giunta a "sostenere e supportare il Consiglio regionale nelle sue future iniziative di revisione statutaria, nell'osservanza dei princìpi ispiratori che caratterizzano e qualificano lo Statuto speciale della Regione". Di Bert, in Aula, ha fatto riferimento anche alla recente legge sull'autonomia differenziata "che non deve annacquare la nostra specialità, ma anzi rafforzarla ulteriormente". Nel corso di un breve ma vibrante dibattito, il contenuto della mozione è stato preso di mira da numerosi esponenti dell'Opposizione, a cominciare da Francesco Martines (Pd) che lo ha giudicato "surreale, dal momento che Di Bert è capogruppo di Maggioranza ma non ci dice quali temi vorrebbe toccare in questa auspicata stagione di riforme. Cosa c'è dietro il suo ragionamento? - si è chiesto Martines -. Le Province, il terzo mandato per il presidente, la scuola, la Soprintendenza? Forse è il caso di dirlo". Sulla stessa falsariga il collega dem Andrea Carli ("Il testo è ridondante, non si capisce che necessità ci sia di dire cara Giunta, aiuta il Cr a sviluppare autonomia e specialità"), Serena Pellegrino di Avs ("È una mozione così generica che fa nascere supposizioni su quale sia il suo vero obiettivo") e il capogruppo dem Diego Moretti ("Non capisco il senso del linguaggio criptico adottato nella mozione"). Roberto Cosolini (Pd), dopo aver osservato che "è un punto di debolezza chiedere alla Giunta di sostenere quella che è una prerogativa dell'Aula", è invece convinto di aver capito "la motivazione che sta dietro questa iniziativa: si riconosce, seppur tardivamente, che l'autonomia differenziata può diventare un problema per il Friuli Venezia Giulia". A queste considerazioni hanno replicato per la Maggioranza il consigliere di Fp, Carlo Bolzonello ("Non credo sia il momento di affrontare subito le singole questioni, ma semplicemente di dire che il dibattito sulla revisione dello Statuto va fatto qui dentro: è una bandierina che apre il confronto, né più né meno"), e il capogruppo della Lega, Antonio Calligaris: "Io questa mozione la leggo così: lo Statuto ha i suoi anni, la realtà sociale e demografica è cambiata, è ora di rivedere la Carta fondamentale. Ce lo impone - ha aggiunto Calligaris - anche la legge sull'autonomia differenziata: io non credo che sia un pericolo ma non credo neppure che noi dobbiamo restare indietro rispetto agli altri". Prima della replica di Di Bert ("Non è scritto da nessuna parte che c'è una delega alla Giunta, diamo il la alle danze per una riforma organica") era stato l'assessore Pierpaolo Roberti a ribadire che "la mozione vuole aprire in modo anticipato un dibattito su una proposta di legge che potrebbe arrivare. Non c'è niente di più di quello che è scritto nel testo". Precisazioni apprezzate dal dem Moretti ("L'intervento dell'assessore mi ha aiutato a capire") ma che non hanno modificato la scelta del Pd di astenersi dal voto. Con una coda polemica legata all'utilizzo da parte del capogruppo dem della parola "baggianata" per definire la legge Calderoli, che gli è valso una tirata d'orecchi del presidente dell'Aula, Mauro Bordin. ACON/FA-fc