INDUSTRIA FARMACEUTICA: OK A MOZIONE CALLIGARIS DIFESA BREVETTI ITA

(ACON) Trieste, 3 feb - L'Italia è un Paese leader nell'industria farmaceutica. Nel 2023 il valore della produzione ha raggiunto i 50 miliardi. Il futuro del settore, in tutta Europa, rischia però di essere segnato dalla riforma approvata dall'Europarlamento lo scorso aprile, che riduce da 8 a 7 anni e mezzo il data protection, ovvero il periodo in cui le altre aziende non possono accedere ai dati del farmaco, a tutela della proprietà intellettuale. È da questo presupposto che prende le mosse la mozione presentata dalla Lega e approvata dal Consiglio regionale con i voti favorevoli della Maggioranza (22 sì), contraria l'Opposizione (15 no). Una mozione che impegna la Giunta a rappresentare al Governo la necessità di farsi di nuovo parte attiva nei confronti del rinnovato Parlamento europeo affinché corregga la norma a tutela della proprietà intellettuale, si attivi per migliorare l'accesso dei pazienti ai farmaci e riporti al centro l'innovazione e l'industria, evitando estremismi ideologici. "Scoprire e sviluppare un nuovo medicinale è molto costoso, un'esclusiva più lunga sul mercato è un incentivo importante, forse il principale - ha spiegato in Aula il capogruppo leghista Antonio Calligaris -. Negli Usa il periodo di tutela oscilla tra i 10,5 e i 12,5 anni. Dal 2000 ad oggi l'Europa ha perso il 25% degli investimenti in ricerca e sviluppo dei farmaci rispetto agli Stati Uniti. Anche la Cina cresce. Su 10 farmaci approvati dall'Ema, 5 sono americani, 2 cinesi e solo il resto arriva dall'Europa. La riforma prevista dall'Ue rischia di rendere meno accessibili non solo i farmaci innovativi, ma anche gli altri - ha aggiunto Calligaris - in quanto spingerà le aziende produttrici a spostare le risorse in quelle aree del mondo con strategie agguerrite di attrazione degli investimenti. Una sconfitta per la politica europea, evidentemente incapace di comprendere il valore dell'innovazione e della ricerca che, va sottolineato, passa per il rafforzamento della proprietà intellettuale". Ad aprire il dibattito in Aula è stata Giulia Massolino (Patto per l'Autonomia - Civica Fvg), che ha sottolineato "la serietà e la delicatezza di un tema che andrebbe approfondito con analisi tecniche. Non ci sembra di trovare questa complessità all'interno della mozione, tra l'altro intrisa di antieuropeismo sul quale non concordiamo, a sostegno di Big Pharma che non ha bisogno del nostro aiuto. Serve un'infrastruttura pubblica europea autonoma e senza finalità di profitto per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini", ha concluso Massolino. "Le dinamiche di mercato incidono sul diritto all'accesso alle terapie e ai farmaci - ha aggiunto Serena Pellegrino (Avs) -. Secondo la Commissione europea i nuovi medicinali potranno raggiungere 70 milioni di cittadini in più nell'Unione. Mi sarei aspettata la proposta di un maggiore intervento delle Stato sulla ricerca, in particolare sui farmaci orfani per il trattamento delle malattie rare e non certo la raccolta del grido di Big Pharma". Pellegrino ha poi auspicato azioni per la riduzione dello spreco di farmaci e contrastarne l'abuso. "Quando si affronta il tema salute, questo non può essere declinato solo in termi di profitto", ha concluso l'esponente di Avs. "L'obiettivo della mozione è chiaro e non ci può vedere concordi - ha dichiarato Roberto Cosolini (Pd) -. Sposa una posizione contraria alla riforma europea e per questo ho rinunciato a emendarla. Siamo conviti che ci sia molto di buono in quello che ha approvato il Parlamento Ue. Il compito della politica è trovare un punto di equilibrio tra le esigenze dell'industria e l'interesse della comunità ad avere le migliori cure innovative". "Una mozione - secondo Furio Honsell (Open) - formulata in modo confuso, che critica la legge europea, ma non è ben chiaro dove voglia arrivare. Organizzare un tavolo europeo attorno al quale mettere tutti i soggetti interessati è irrealizzabile, inviterei il proponete a ritirala". Stesso invito rivolto anche da Diego Moretti (Pd), "diversamente avremo una mozione approvata con i voti di una Maggioranza incoerente con quello che gli stessi gruppo politici hanno fatto al Parlamento europeo dove hanno votato quella norma". Il dem ha infine sottolineato la necessità di una politica farmaceutica comune in ambito europeo perché "l'industria farmaceutica italiana non può pensare di essere autonoma". "La Giunta non trova nella mozione ragioni di contrarietà - ha evidenziato l'assessore Fvg alla Salute, Riccardo Riccardi -, poi dipende da che parte la vogliamo valutare. Da europeista convito non la posso guardare con la stessa malizia di altri". Nella sua replica prima del voto, Calligaris ha spiegato che "la mozione vuole fare capire che all'Europa serve un forte investimento in ricerca farmaceutica e farmaci strategici e mi sembra preoccupante che ci si disarmi rispetto ai grandi colossi che stanno negli Stati Uniti già prima di iniziare. Potremmo diventare semplici distributori di farmaci di altri, che saranno generici tra 13 anni", ha concluso il capogruppo della Lega. ACON/AA-fc