(ACON) Trieste, 3 feb - C'è chi vede il bicchiere mezzo pieno e
chi il bicchiere mezzo vuoto. La considerazione riassuntiva di
Enrico Bullian (Patto per l'autonomia-Civica Fvg) ben fotografa
il dibattito in Consiglio regionale sulle liste d'attesa, oggetto
di esame da parte del Comitato per la legislazione, il controllo
e la valutazione (Clcv) relativamente ai numeri del 2023. Una
discussione che, come sempre nel caso delle clausole valutative,
non prevedeva un voto finale da parte dell'Aula.
Da una parte la relazione di Carlo Bolzonello (Fedriga
presidente), che è anche presidente della III Commissione
consiliare competente in materia di Salute, coglie nell'analisi
di Arcs "un significativo miglioramento delle tempistiche di
risposta ai cittadini sui ricoveri, in particolare oncologici, e
sull'attività specialistica ambulatoriale, anche tenendo conto
dell'andamento dei primi trimestri del 2024", pur non
sottovalutando "le criticità sui tempi di attesa per alcune
branche come diagnostica per immagini, cardiologia e oculistica".
La relazione di Simona Liguori (Patto-Civica) sottolinea invece
che "le prestazioni erogate nei tempi stabiliti, per quanto siano
migliorate rispetto al 2022, rimangono al di sotto del 90 per
cento richiesto dalla normativa". "In una regione che sta
invecchiando - ha aggiunto Liguori - se le tantissime persone che
soffrono di malattie croniche non vengono prese in carico con
tempestività, poi vanno nei Pronto soccorso e rimangono ai bordi
del sistema. Bisogna dare loro risposta con un'organizzazione
territoriale che sia legata a quella ospedaliera, dotando anche i
medici di medicina generale di strumenti diagnostici di primo
livello".
La successiva discussione ha visto l'alternarsi di queste due
posizioni. Con il dem Nicola Conficoni, presidente del Clcv, che
ha dipinto "una situazione preoccupante: ci sono stati
miglioramenti, ma siamo ancora ben lontani dal soddisfare le
esigenze dei cittadini". Dello stesso avviso Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg), che invoca la possibilità di ottenere, da parte
del Comitato, "informazioni dettagliate dalle aziende sanitarie
circa le loro politiche per contenere le liste di attesa".
Da parte della Maggioranza, il consigliere Moreno Lirutti
(Fedriga presidente) ritiene "importante capire quali buone
prassi nelle aziende sanitarie abbiano consentito di ridurre le
liste di attesa". Lirutti ha poi chiesto all'assessore competente
"un intervento prioritario su informatizzazione e
digitalizzazione del sistema", ricevendo dall'assessore Fvg alla
Salute, Riccardo Riccardi, l'indicazione che "la partita è
complessa perché ha a che fare con le regole del Garante della
privacy".
Sul fronte del bicchiere mezzo vuoto si schiera Rosaria Capozzi
(M5S), che ha sottolineato in negativo "l'aumento delle attività
intra-moenia per chi può permetterselo, l'emigrazione sanitaria
in Veneto e la disomogeneità territoriale. Bisogna allora
intervenire con politiche retributive che gratifichino il
personale". Invoca il "miglioramento delle condizioni lavorative,
anche ampliando le misure di welfare aziendale" pure la
consigliera del Pd Manuela Celotti, convinta che "il tema degli
stipendi sia centrale". Celotti ha chiesto anche l'incentivazione
dei servizi territoriali, ribadendo "l'importanza e il ruolo
degli ospedali di base".
Alcuni consiglieri, tra i quali il già citato Bullian del
Patto-Civica, hanno posto il problema del diritto di garanzia per
i cittadini, con il rimborso dei costi sostenuti per le
prestazioni non erogate nei tempi previsti. "Ho scoperto - ha
riferito Bullian - che ci sono 3 regolamenti applicati dalle
aziende sanitarie, con numeri molto diversi rispetto all'entità
dei rimborsi. Di certo questo strumento è oggi ampiamente
sotto-utilizzato, e servirebbe una campagna di comunicazione
della Regione per informare al meglio i cittadini".
Gli ha risposto a distanza l'assessore alla Salute: "Di sicuro
c'è ancora molto da fare ma non è vero che nessuno conosce il
diritto di garanzia. Tra luglio e ottobre 2024 ci sono state più
di 8mila domande, la gran parte delle quali evase direttamente
dal sistema tecnico".
Sullo specifico delle liste d'attesa, Riccardi ha invece esposto
alcuni dati più recenti rispetto all'analisi dell'Arcs all'ordine
del giorno. Sottolineando che nel 2024, rispetto all'anno
precedente, sono nettamente migliorati i numeri relativi alla
prima visita cardiologica ("Eravamo al 55,6% di rispetto dei
tempi nel '23, ora siamo al 63,3%"), alla prima visita oculistica
(dal 63 al 78,4%) e alla diagnostica per immagini. Senza contare
"l'attesa media calata del 30 per cento in caso di interventi
oncologici". Tutto questo, secondo l'assessore, "non significa
che tutto va bene, ma di sicuro la macchina ha cominciato a
correre".
Riccardi ha infine lanciato un grido d'allarme: "Corriamo il
rischio - ha detto l'assessore - che il privato accreditato,
disponendo oggi di un mercato diverso e più ampio, possa
scegliere di sganciarsi dal sistema pubblico e dai suoi lacci e
lacciuoli".
ACON/FA-fc