L'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi questa
mattina a Gorizia ha incontrato il sindaco Rodolfo Ziberna
Gorizia, 30 gen - "Cardiologia non chiuderà, l'avevo già detto
tempo fa. L'atto che lo dice è sbagliato e va corretto. Diverso
invece il ragionamento sulle terapie intensive cardiologiche
(Utic). Vanno aggiornati i modelli organizzativi per garantire
una migliore risposta di salute ai nostri cittadini secondo
metodologie e condizioni che questa mattina in un lungo e
approfondito colloquio sono stati illustrati dal professor
Sinagra e dalla dottoressa Lardieri. Tutto questo con i
professionisti disponibili e nel rispetto degli attuali standard
ministeriali. Per le Unità di terapia intensiva cardiologica
(Utic) ne definiscono uno per una popolazione tra 150mila e
300mila residenti. L'Isontino quindi ne potrà avere a
disposizione una sola rispetto alle due esistenti in questo
momento".
È il commento dell'assessore alla Salute Riccardo Riccardi che
questa mattina ha incontrato il sindaco di Gorizia Rodolfo
Ziberna e alcuni professionisti del sistema sanitario del Friuli
Venezia Giulia.
"Il territorio di Gorizia rivendica il mantenimento della sede
dell'Utic sulla base di impegni presi in passato dalle
Amministrazioni regionali precedenti - ha precisato Riccardi -. È
indubbio però che in questo momento il sistema è in grado di
sostenere una sola Unità di terapia intensiva cardiologica. Una
scelta pertanto andrà fatta".
"Gli stessi professionisti del settore - ha aggiunto l'assessore
- hanno oggi ricordato con una certa preoccupazione che la
soluzione alternativa a questo tipo di organizzazione è
rappresentata dall'utilizzo di personale a gettone che non è in
grado di garantire una corretta continuità di cura o di medici
provenienti da Paesi lontani".
"Come confermato dagli stessi professionisti, non possiamo
continuare a moltiplicare le nostre strutture sanitarie mettendo
a rischio la salute delle persone. Chi amministra un territorio -
ha rimarcato Riccardi - deve prendersi la responsabilità di fare
le scelte opportune per garantire ai cittadini cure adeguate,
utilizzando in modo razionale le risorse economiche e umane a
nostra disposizione".
Tra le vere emergenze segnalate dai professionisti durante
l'incontro anche le modalità utilizzate dai cittadini in caso di
emergenze di carattere cardiologico. Oltre il 40% dei residenti
nell'Isontino, invece di chiamare il 112 attivando così il
percorso di cura più corretto, si mette in macchina aumentando di
molto il rischio di perdere la vita durante il tragitto verso
l'ospedale. Un comportamento che potrebbe essere modificato
grazie a una informazione più corretta.
Nel corso della riunione si è parlato anche del Piano oncologico
regionale. "Abbiamo rassicurato il sindaco di Gorizia che
garantiremo la presenza della componente chirurgica del presidio
ospedaliero Monfalcone-Gorizia all'interno del Comitato
oncologico regionale. Ciò permetterà di definire la
riorganizzazione della rete ospedaliera individuando l'assetto
migliore che non guardi a un ospedale ma alle migliori cure delle
persone. Saranno i professionisti - ha concluso Riccardi - a
valutare direttamente i dati raccolti in un sistema che attendeva
da 30 anni una decisione che abbiamo avuto il coraggio di
prendere a beneficio delle persone".
ARC/RT/ma