PIANO ONCOLOGICO. PUTTO (PAT-CIV): È FINITO IN TRITACARNE POLITICO CDX

(ACON) Trieste, 29 gen - "Dopo 7 anni di ritardi e annunci, la Regione Friuli Venezia Giulia sta finalmente affrontando il Piano oncologico regionale, ma con il rischio che scelte politiche calate dall'alto influiscano negativamente sulla sua efficacia. La Giunta e la maggioranza di Centrodestra hanno fin qui gestito questo Piano come ingrediente da inserire nel tritacarne di svariate partite politiche (terzo mandato per il presidente di Regione, candidature per le elezioni comunali di Pordenone e Monfalcone, nomine delle Aziende sanitarie). Questo approccio rischia di compromettere sin dal principio una discussione cruciale per la sanità regionale, legandola a destini ed equilibri squisitamente politici che riguardano pochi e non certo i cittadini". Lo afferma in una nota Marco Putto, consigliere regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, al termine della seduta della III Commissione che ha espresso un parere in merito al Piano della rete oncologica regionale 2025-27. "L'errore di fondo che è stato fatto e che si continua a fare - sottolinea Putto - sta nel sovra-ordinare gerarchicamente un disegno organizzativo della sanità a quella che è la sua ricaduta territoriale in termini di gestione dei processi, coinvolgimento dei professionisti e, soprattutto, attrattività complessiva del sistema per arginare la fuga dei pazienti verso altre regioni per farsi curare. La contrarietà di molti primari e direttori sanitari è solo uno dei tanti segnali che evidenziano che la condivisione non è stata fin qui adeguata, e non basta dire che i problemi saranno risolti strada facendo, scaricando sulle solo apparenti questione tecniche le ricadute di scelte fortemente politiche". "Nutro forti preoccupazioni sul destino del Cro di Aviano, che senza un diretto collegamento con strutture a direzione universitaria, anche introducendo vere e proprie scuole di specialità, rischia la relegazione a reparto specializzato di oncologia dell'ospedale di Pordenone, depotenziando la sua specificità di Irccs. A questo proposito, era proprio indispensabile l'interim del direttore generale dell'Azienda sanitaria Asfo che ora dirige anche il Cro? Io ritengo di no e come consigliere eletto a Pordenone non posso non ricordare, a proposito di unicum su cui la Giunta sta continuando a riversare negativamente le sue attenzioni, che ciò avviene dopo la chiusura mediante atto illegittimo del punto nascita di San Vito al Tagliamento e dopo l'ennesimo provvedimento che fa crescere la disparità dei finanziamenti alle diverse aziende sanitarie regionali, con l'Asfo penalizzata rispetto alle altre (oggi di ben 255 euro pro capite)". "Sebbene il Piano oncologico presenti molti aspetti condivisibili - spiega Putto -, critico fortemente il metodo sin qui utilizzato: le decisioni sono state prese senza una condivisione adeguata e in modo affrettato; la scelta di stralciare la famigerata tabella finale riassuntiva della formulazione iniziale è solo un primo segnale teso ad evidenziare che qualcosa da rivedere c'è, come sostenemmo sin dal principio, e che qualcosa non andava bene nella frettolosa prima formulazione. "E nutro seri dubbi sull'efficacia della solo dichiarata stretta marcatura a uomo che FdI sta esercitando sull'assessore Riccardi da inizio mandato: ho l'impressione, pur avendo apprezzato l'iniziale presa di posizione sul Piano oncologico anche se proveniente da persone che appartengono ad uno schieramento politico diverso dal mio, che anche questa volta l'assessore li abbia dribblati (per restare nel gergo calcistico), per l'appunto con la foglia fico della tabella finale tolta e con la promessa di accogliere i suggerimenti e di tradurli, in seguito, in pratica. Le scelte strategiche vanno condivise prima, e non dopo, e non sarebbe stato certo il ritardo di una manciata di mesi su 30 anni di non scelte a compromettere il futuro del piano oncologico regionale", prosegue. "Il Piano oncologico avrebbe meritato un approccio più responsabile, con una gestione più partecipata e lungimirante. Queste forzature - chiosa l'esponente dei civici - rischiano di portare ad una sanità regionale che non risponde alle reali necessità dei cittadini". ACON/COM/rcm