Centrodx copmatto. Anche Bullian (Patto-Civica), Martines e
Cosolini (Pd) a favore
(ACON) Trieste, 29 gen - Un Piano oncologico che tocca "la
carne viva" dei cittadini - definizione del dem Francesco
Martines - non poteva che generare un lungo dibattito in III
Commissione prima del via libera a maggioranza, con i consiglieri
di Centrodestra compatti ma anche con numerosi distinguo
all'interno di entrambi i poli politici.
Il più eclatante è il voto a favore di Enrico Bullian (Patto per
l'autonomia-Civica Fvg), che con convinzione ha difeso il
documento "da sinistra", a differenza della collega Simona
Liguori, contraria. Al momento del voto hanno detto sì al Piano
anche Roberto Cosolini e Francesco Martines del Pd, mentre gli
altri due commissari dem, Nicola Conficoni e Manuela Celotti, si
sono espressi contro il documento. Contrari anche i consiglieri
del gruppo Misto.
Dal canto loro, esponenti di Maggioranza come Moreno Lirutti
(Fp), Maddalena Spagnolo (Lega) e Markus Maurmair (FdI) hanno
fatto riferimento a criticità nei territori - esposte anche da
alcuni amministratori locali nel corso del dibattito al Consiglio
delle autonomie locali, riassunto oggi in aula dal suo presidente
Giorgio Baiutti - confidando nel nuovo coordinamento oncologico
regionale per la definizione delle scelte concrete da compiere
nei prossimi anni.
Ha preso parte attivamente alla discussione anche il presidente
della Terza, Carlo Bolzonello. Il consigliere di Fp ha parlato di
"un Piano intellettualmente, scientificamente e metodologicamente
onesto, che dice quel che è possibile o non è possibile fare".
Bolzonello ha ringraziato "i tanti consiglieri che anche
trasversalmente hanno voluto approfondire la tematica senza
andare per forza sulla stampa a rivendicare l'io" e ha auspicato
"un'approvazione del Piano all'unanimità, o quantomeno con una
maggioranza più ampia di quella di governo" cercando "alleanze
trasversali tra persone capaci di visione".
Ad aprire gli interventi è stata Simona Liguori (Patto-Civica),
convinta che "nonostante l'impegno profuso, il Piano attuale
manchi di una visione strategica che includa tutte le realtà
territoriali. Alcuni Comuni hanno sottolineato il rischio di
depauperamento del patrimonio professionale degli ospedali
territoriali". Liguori, rammaricandosi per il "mancato
coinvolgimento delle organizzazioni dei pazienti", ha
sottolineato che "anche il Policlinico Città di Udine chiede di
entrare nella rete per non perdere le competenze accumulate dai
suoi professionisti". Rosaria Capozzi (M5S) è invece convinta che
"lo stralcio della tabella di sintesi dimostra che a prevalere è
stato il campanilismo politico più che le scelte tecniche. Ne è
emerso un documento monco in quanto non c'è più il piano di
distribuzione delle chirurgie oncologiche".
"Come è possibile che il solo togliere una tabella metta tutti
d'accordo?", si è chiesto Furio Honsell (Open Sinistra Fvg). "Ho
l'impressione - ha aggiunto - che questo Piano sia solo un
adempimento, che non dice molto sulla centralità del paziente,
non parla di personale né di punti di accesso. In questo settore
invece bisogna ricostruire la fiducia e la coesione del sistema.
Sarebbe meglio programmare delle audizioni, tenere fermo il Piano
e rifletterci ancora". Un invito che è stato avanzato anche da
Laura Fasiolo (Pd): "Rimandiamo il Piano, perché questo non è il
momento giusto per approvarlo. Servono modifiche a questa prima
bozza, si poteva aspettare un paio di mesi dando riscontro a
tante legittime richieste degli operatori. È stato seguito un
metodo sbagliato, con una grave carenza di coinvolgimento".
Di parere diverso il già citato consigliere Bullian: "Questo
Piano - ha detto l'esponente del Patto-Civica, anticipando il suo
voto favorevole - ha diversi punti di forza: indica il perimetro
della sanità pubblica per gestire il malato oncologico, migliora
qualità e sicurezza degli interventi, riorganizza le chirurgie
oncologiche, stabilisce la gestione delle fasi acute negli
ospedali di prossimità". "Da tempo chiediamo di investire nella
sanità pubblica - ha aggiunto il consigliere di Opposizione - e
ora che si arriva a questa tappa fondamentale non dovremmo
sottrarci dall'esprimere il nostro sostegno. Io da vero
riformatore difendo un Piano che ritengo utile per le classi
subalterne. Chi me lo fa fare? Nessuno, ma se condivido un
provvedimento io voto a favore".
Sostanzialmente favorevole anche il giudizio del dem Martines:
"Nel Piano ci sono numeri e statistiche apprezzabili dal punto di
vista tecnico, ed è importante la previsione di prendere in
carico i pazienti nell'ospedale più vicino. Ma la sintesi finale
era la tabella, e toglierla credo sia stato un cedimento di
carattere politico, è evidente che Riccardi e Fedriga hanno avuto
qualche stop dal territorio del Pordenonese". Il collega di
gruppo Nicola Conficoni ha invece puntato sulle criticità,
sottolineando "il mancato coinvolgimento delle associazioni dei
malati e la mancata condivisione dei professionisti", e
lamentando "la devalorizzazione del Cro di Aviano".
Ha difeso il documento invece Michele Lobianco (Forza Italia),
convinto che "questa delibera di Giunta assomigli a una riforma
sanitaria che si fonda su alcuni pilastri tra i quali il
principio universalistico delle cure in un contesto di sanità
pubblica e di continuo aggiornamento. La parola-chiave del
documento è presa in carico di un paziente che oggi a un certo
punto deve decidere dove andare, mentre in futuro sarà guidato
con passaggi nitidi e precisi".
Pur favorevole, il consigliere Lirutti (Fp) ravvede nel Piano
alcune criticità, a partire "dal metodo di lavoro che deve essere
perfezionato, condividendo con i professionisti anche le
conclusioni". L'esponente di Maggioranza si è chiesto anche "cosa
fare con gli ospedali spoke" sostenendo che "bisogna avere anche
il coraggio di chiudere qualcosa: tutto così com'è non sta in
piedi". Lirutti ha inoltre chiesto all'assessore Riccardi "di
coinvolgere i direttori di dipartimento nel gruppo di lavoro
specialistico".
1- segue
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