CARCERI. GARANTE DIRITTI: SOVRAFFOLLAMENTO A UD, SERVE NUOVA STRUTTURA

(ACON) Trieste, 27 gen - "Eroica è l'attività che la direttrice del carcere di Udine, Tiziana Paolini, insieme a tutto il personale penitenziario, pone in essere ormai da diverso tempo, cercando di mantenere un difficile equilibrio organizzativo all'interno di un istituto che sta soffrendo di evidente sovraffollamento detentivo". Lo scrive, in una nota, il Garante dei diritti della persona, Enrico Sbriglia. "Nel carcere friulano, tra l'altro - spiega ancora Sbriglia - sono in corso importanti lavori di risistemazione di spazi e servizi: essi riguardano aree detentive eppure ciononostante, pur di pervenire al loro completamento, la direzione sta affrontando tutti i rischi connessi, anche sul piano securitario, non ritardando gli interventi, per quanto continuino ad essere presenti le persone detenute che, come gli stessi operatori penitenziari, subiscono il disagio derivante da tali indispensabili operazioni di risanamento e di miglioramento della struttura carceraria". "Però non è giusto - si legge ancora nel comunicato - che la loro fatica debba essere ancora più grande a motivo di una pressione numerica che rischia di far tracollare tutto, perché insopportabile. Su una capienza regolamentare di 95 posti detentivi - fa sapere il Garante - oggi si contavano ben 183 presenze, quasi il doppio: quale altra struttura ricettiva di accoglienza, fosse questa una scuola, una caserma, un ostello, un ospedale, una Rsa, potrebbe tollerarlo? E non è che negli altri istituti della regione la situazione sia rosea, con esclusione di Tolmezzo, giustificata dalla presenza di detenuti del circuito del 41 bis e dell'Alta sicurezza. Tra l'altro, la direzione di Udine è stata costretta ad utilizzare come 'stanza ordinaria' anche l'unica destinata al contenimento di persone problematiche". Da qui "l'appello di questo Garante regionale affinché si rafforzi la rete dei servizi penitenziari, auspicando la previsione di una nuova e moderna struttura carceraria in regione, che si affianchi a quella pure già prevista di San Vito al Tagliamento la quale, ove disponibile tra almeno tre o quattro anni se tutto filerà senza intoppi, sostituirà, finalmente, quella di Pordenone, sita in un antico castello". "Con la previsione di un nuovo carcere, in sostanza, si realizzerebbe una sorta di bacino di espansione di fronte al flusso non arrestabile di persone detenute, flusso che non tenderà a decrescere nei prossimi mesi e anni", aggiunge Sbriglia. "Tutto questo non a motivo delle nuove norme penali in cantiere, ma a mente di quelle già esistenti; semmai potrà esserci un ulteriore aggravamento della intensità dei flussi: insomma, bombe d'acqua mentre continua ad esserci il maltempo. A meno che non si pervenga al 'numero chiuso' di detenuti per ogni istituto penitenziario, rendendo disponibile un nuovo posto letto, con i relativi servizi alla persona che si ha l'obbligo di legge di assicurare, solo in caso di uscita di un ristretto, da vivo però e non perché suicidatosi o per mancate cure". "D'altronde non si può sostenere che le capienze detentive debbano rimanere quelle di cento e passa anni fa, iniziando proprio dal capoluogo Trieste, dove l'inizio di edificazione del 'Coroneo' risale al 1911", sottolinea ancora il Garante. "Inevitabilmente una città che cresce, che vuole essere di fiato europeo, che si vede impegnata su tanti fronti socio-economici nella produzione di beni materiali e immateriali, non può rimanere con dei servizi pubblici, compresi quelli penitenziari, che appartenevano ad altri periodi storici". "La tutela dei diritti delle persone e la sicurezza dei cittadini richiedono, sempre, che si abbia una visione prospettica in avanti e non, invece, ferma sull'oggi", conclude Sbriglia. ACON/COM/fa